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martedì 25 settembre 2007

IL BOOMERANG PALESTINESE

Articolo di Naoki Tomasini pubblicato il 16.09.2007 su www.peacereporter.net

Le armi statunitensi che erano state fornite agli uomini delle milizie di Fatah, prima che Hamas prendesse il controllo della Striscia di Gaza, vengono usate oggi dai miliziani della resistenza palestinese.

Suona come una provovazione per Israele, ma è più probabilmente la conseguenza della politica del governo Olmert che, di concerto con Washington, ha deciso di armare e sostenere Al Fatah per colpire Hamas. Ora, quelle stesse armi vengono rivolte contro di loro.

Le due fazioni fino a Giugno convivevano nel Governo palestinese di unità nazionale. Secondo fonti di Hamas, il gruppo, con quelle armi, avrebbe istituito una nuova milizia “marittima”, con il compito di proteggere le spiagge della Striscia.

Le armi “made in USA” sono state trovate dagli uomini dei Comitati di Resistenza Popolare, legati a Hamas, durante la guerra civile, quando le loro milizie presero il controllo delle sedi della sicurezza del Presidente dell'Autorità palestinese, Abu Mazen. Si tratta di fucili M16 e mitragliatrici pesanti, armamenti comunemente in dotazione all'esercito USA ed israeliano e forniti anche alle forze di Fatah.

Da almeno sei mesi, infatti, la dottrina statunitense e israeliana per il Medio Oriente e, in particolare, per la questione israelo-palestinese, passa per il motto “rinforzare Abbas”, dimenticando il risultato delle elezioni democratiche del 2006 e l'esistenza di un Governo di unità nazionale palestinese, pur di liberarsi del nemico islamista. A Giugno, pochi giorni prima dello scoppio della guerra civile a Gaza, gli israeliani che controllano i valichi lasciarono entrare nella Striscia circa 500 uomini di Fatah, armati. Mentre nei mesi precedenti parte di quelli, e molti altri in Cisgiordania, avevano ricevuto formazione militare da istruttori statunitensi.

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