di Redazione (redazione@vita.it)
Bilancio drammatico degli scontri che hanno opposto i sostenitori dell'ex vice presidente Bemba (foto) e le forze dell'ordine congolesi.
Sono stati tra i 200 e i 500 i morti, tra cui decine di civili, negli scontri della settimana scorsa a Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo, tra i miliziani leali all'ex vice presidente Jean Pierre Bemba -sconfitto alle presidenziali di dicembre- e l'esercito regolare. Lo ha riferito l'ambasciatore tedesco Karl-Albrecht Wokalek in una conferenza stampa da Kinshasa di quattordici ambasciatori dell'Unione europea. La cifra, ha sottolineato il diplomatico, si basa su dati forniti da ospedali, organizzazioni umanitarie e rappresentanze diplomatiche. Nella capitale congolese, intanto, sta tornando lentamente la calma. Il presidente Joseph Kabila e' determinato a ristabilire l'ordine "a ogni costo", come ha detto ieri in una prima dichiarazione dopo la battaglia, quando ha accusato Bemba e i suoi seguaci di aver tentato di assumere il controllo della citta'. La sicurezza non puo' essere ottenuta "con il negoziato", ha detto, e l'affermazione e' sembrata una risposta all'appello delle Nazioni Unite e della comunita' internazionale a un dialogo tra le parti. Le violenze erano esplose quando i fedeli dell'ex 'signore della guerra' si sono rifiutati di consegnare le armi e integrarsi nei ranghi dell'esercito. A questo riguardo l'ambasciatore tedesco ha definito "precipitoso" l'intervendo dell'esercito. Bemba, vistosi a mal partito, ha pensato di riparare nell'ambasciata del Sudafrica, dove si trova tuttora; mentre un centinaio di suoi miliziani si sono rifugiati nella sede della missione Onu. Nei confronti di Bamba la magistratura ha emesso un mandato di cattura con l'accusa di "alto tradimento". Quanto all'immediato futuro politico, Kabila ha assicurato che non fara' rappresaglie contro i rappresentanti del partito di Bemba eletti in Parlamento e ha assicurato che rispettera' la Costituzione.
Fonte: http://www.vita.it/home/
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