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giovedì 26 luglio 2007

Caserta. I beni confiscati alla camorra diventano una biofattoria didattica

Il comune di Castelvolturno ha aperto la procedura di affidamento dei lavori di riutilizzo della tenuta, sottratta alla camorra, denominata “Ex zaza”. Questo provvedimento rientra nella convenzione operativa per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle organizzazioni camorristiche sottoscritta a Napoli tra il Ministero dell’Interno, la Regione Campania e undici Comuni campani. La particolarità dell’ iniziativa di Castelvolturno sta nell’obiettivo di utilizzare la tenuta per far sorgere una fattoria didattica destinata all’accoglienza di piccoli pazienti portatori di handicap fisici e mentali utilizzando esclusivamente metodi biologici sia per l’allevamento che per le coltivazioni e le trasformazioni dei prodotti coltivati. Sui 46mila e cinquecento metri quadrati, destinati ad uso agricolo sorgeranno, entro diciotto mesi, un centro di recupero delle tradizioni agricole, medico-terapeutiche ed energetico-impiantistic he. Saranno realizzati un ambulatorio veterinario attrezzato anche per piccoli interventi chirurgici ed analisi che sarà dotato di impianti per la produzione di energia solare, officine e depositi, un’officina meccanica per le macchine e gli automezzi necessari alla fattoria, depositi, fienili e box per cani necessari alla cosiddetta “pet-therapy”. La struttura sarà dotata anche di un percorso per passeggiate a cavallo ed ippoterapia ed un point polifunzionale adatto ad ospitare le attività didattiche, la ristorazione, un’area per l’allevamento degli struzzi ed una per il pascolo dei bovini. È previsto inoltre un impianto per lo sfruttamento energetico di rifiuti organici e vegetali e un impianto per la produzione di biogas in linea con gli orientamenti internazionali e con il protocollo di Kyoto. (www.pupia.tv/campania)

Non profit Usa lancia il computer da 350 dollari

Arriverà sotto l'albero di Natale il computer low cost. Questa la previsione di Mary Lou Jepsen, manager della Fondazione "One Laptop per child", un'organizzazione no profit che progetta computer a basso costo per bambini poveri e che potrebbe iniziare a vendere sul mercato dei portatili al prezzo di 350 dollari entro Natale.
La fondazione ha mantenuto bassi i costi sviluppando una propria tecnologia, incluso il display, e usando microprocessori, relativamente poco costosi, di Advanced Micro Devices.
Utilizza inoltre il software gratuito Linux, risparmiando il costo per l'uso del sistema operativo Windows di Microsoft.
Designato per i paesi di Asia, Africa e America Latina, il computer è resistente all'acqua e ha uno schermo ad alta risoluzione su cui si può leggere anche sotto la luce diretta del sole. La batteria può durare 12 ore con una sola carica. La batteria può essere ricaricata a manovella.

Maggiori informazioni:http://laptop.org/

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83241

Costa D'Avorio: abusi militari Onu/approfondimento

«Raccomandiamo di rafforzare la denuncia presso le autorità civili e militari dell'Onuci (la missione delle Nazioni Unite in Costa D'avorio - ndr) circa gli abusi sui bambini compiuti da personale civile e militare. Preghiamo di rinforzare le inchieste libere e indipendenti e rinforzare le sanzioni a riguardo degli autori di abusi. Chiediamo di rinforzare le sanzioni sull'uso della droga del personale civile e militare e della distribuzione che essi ne fanno ai ragazzi minori».
Sono tre delle dieci raccomandazioni contenute in un rapporto dal titolo «Protezione dei bambini coinvolti nel conflitto nella zona di Bouake 2005. Prevenzione, smobilitazione, reinserimento dei bambini associati ai gruppi armati». A mostrarcelo è padre Dino Dussin, un missionario del Pime che vive in Costa D'Avorio. Lo avevano presentato all'Unicef i responsabili di tre isituti religiosi che lavoravano a un progetto avviato proprio dall'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia nel luglio 2003, sei mesi dopo lo scoppio della guerra civile in Costa D'Avorio. I tre istituti nel 2005 avevano denunciato gli abusi nei confronti dei minori compiuti dai soldati marocchini del contingente Onu.
Le nazioni Unite hanno annunciato di aver sospeso il contingente militare del Marocco che partecipava alla missione di peackeeping in Costa d'Avorio, mentre è in corso un'inchiesta su un presunto e vasto fenomeno di abusi sessuali.
«Nel 2003 l'Unicef ha avviato a Bouake un programma di riabilitazione per i bambini-soldato e le bambine vittime di abusi» racconta padre Dussin. «Dopo un anno l'Unicef si è ritirato e il progetto è stato continuato da una cooperativa formata da tre istituti religiosi: i sacerdoti di San Vincenzo e le suore della dottrina cristiana, entrambi francesi, e dall'istituto italiano delle suore di Gorizia. Questi istituti, con il supporto del Pime, hanno fatto appello alla Conferenza episcopale italiana, che ha rifinanziato il programma per altri tre anni con i fondi dell'8 per mille. Fin dall'inizio questi religiosi sono entrati in contatto con minori che hanno subito abusi da parte dei soldati. In città esistono diversi campi dei ribelli, che hanno occupato le caserme, la stazione dei vigili del fuoco, le gendarmerie».
«Esistono tre campi di militari francesi e un grande accampamento dei militari dell'Onuci fuori dalla città sulla strada che porta ad Abidjan. La presenza dei militari ha sconvolto la vita della città» denuncia padre Dussin. «Abbiamo calcolato che all'interno dei campi debbano trovarsi all'incirca seimila minori. Alcuni sono stati arruolati tra le fila dei ribelli, altri vi ruotano attorno e vengono utilizzati per vari servizi, tra cui il trasporto della droga. Di questo sfruttamento sono responsabili anche alcuni militari dell'Onuci. Il quartiere accanto all'accampamento si è completamente trasformato in funzione dei soldati. Si è diffusa la prostituzione e sappiamo di casi di genitori che vendono i propri figli per prestazioni sessuali. Tutte cose impensabili prima della guerra».
Dal 2003 la Costa D'Avorio è divisa in due. Il nord in mano ai ribelli, le cosiddette Forze Nuove, il sud sotto il controllo delle milizie del governo del presidente Laurent Gbagbo. In Costa D'avorio attualmente si trovano anche 8.300 soldati della missione Onuci e circa 4.000 militari francesi dell'operazione Licorne, in appoggio alle truppe delle truppe dell'Onu.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83239

Save the Children premiata a Filantropia 2007

“L'associazione ha creato un rapporto di partnership esclusivo con un mass media nazionale, un'emittente radiofonica, consentendo una veicolazione capillare e continuativa per un mese dell'invito a sostenere Save the Children attraverso lo strumento dell'sms solidale. Gli interlocutori del mass media hanno fatto proprio il messaggio dell'associazione riuscendo a trasmettere i valori dell'associazione a tutti gli ascoltatori in modo coinvolgente visti gli ottimi risultati della campagna, meritevoli di nota.”
Con questa motivazione la campagna “I tuoi messaggi in Africa diventano scuole” lanciata lo scorso anno in collaborazione con RDS, si è aggiudica il prestigioso “Fundraising Awards Italia” nella categoria Migliore campagna di Corporate Fundraising.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83240

Nasce il distretto agroenergetico

E' stata siglata la convenzione tra la Societa' Cooperativa agricola 'Silvium Giovanni XXIII' di Gravina in Puglia (Bari) e il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali (Dspv) della Facolta' di Agraria dell'Universita' degli Studi di Bari per avviare un programma di assistenza tecnico-scientifica in ambito agroenergetico. L'obiettivo del progetto 'Distretto agro-energetico appulo-lucano' promosso dalla cooperativa gravinese e' quello di individuare e sperimentare colture a scopo energetico alternative alla tradizionale cerealicoltura per favorire lo sviluppo di un distretto agroenergetico interregionale tra la Puglia e la Basilicata.
Il progetto, sostenuto dalla Banca Popolare di Puglia e Basilicata, prevede l'avvio di attivita' dimostrative su scala aziendale di colture dedicate alla produzione di energia tra le quali colza, brassica carinata, orzo, frumento e sorgo. Le attivita' saranno realizzate nelle aziende di soci della cooperativa agricola 'Silvium Giovanni XXIII' dislocate in aree rappresentative dei comprensori agricoli interessati al progetto. Alla cooperativa, partecipata da quasi 800 imprenditori agricoli di diversi comuni della Puglia e della Basilicata, sara' offerto il 'know how' del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali della Facolta' di Agraria, impegnato da oltre un quindicennio in studi sulle colture ad uso energetico, nel definire le colture e ed i sistemi colturali piu' idonei.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83257

venerdì 20 luglio 2007

Birmania, Croce rossa: gravi violazioni diritti umani

Una forte denuncia contro le violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime militare del Myanmar (Birmania). Ad alzare la voce questa volta è la Croce Rossa, dopo le reiterate denuncie di organizzazioni come Human Rights Watch e Amnesty International. Il Presidente del Comitato della Croce Rossa, Jakob Kellenberger, ha accusato le forze armate birmane di omicidi, arresti arbitrari e distruzioni "su larga scala" di riserve di cibo.
Secondo la Croce Rossa e le altre organizzazioni internazionali di difesa dei diritti umani, il comportamento dell'esercito ha portato a un sentimento di "costante paura" tra la popolazione e ha costretto migliaia di persone a fuggire dalle loro case, creando migliaia di profughi e sfollati (300.000 rifugiati all'estero e un milione nel paese). Inoltre un gruppo di associazioni ecologiste (fra le quali Wwf e Greenpeace) ha segnalato la distruzione delle foreste che avviene sistematicamente nel paese. L'eliminazione dei boschi viene perpetrata, si afferma, "per sostenere uno sforzo di guerra contro le minoranze etniche nazionali". Inoltre "spesso nelle concessioni si fa uso di lavoro in condizioni di schiavitu' e vengono violati i diritti delle comunita'".
Le foreste del Myanmar sono uno delle ultime testimonianze di foresta primaria tropicale nell'Asia continentale, ma il commercio internazionale di Teak e il commercio illegale di legname ne minaccia la sopravvivenza. Dal 1988 il regime militare (il Consiglio di Stato per la Pace e lo Sviluppo, o Spdc) e' stato arbitro assoluto delle risorse forestali, che assieme al petrolio, ha consentito al governo di raddoppiare le spese militari per sostenere il gruppo elitario al potere. Le violazioni dei diritti umani sono documentate, mentre i civili pagano il prezzo del conflitto civile.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83099

Uganda: stop alle concessioni di uranio

Alt allo sfruttamento delle miniere di uranio in Uganda. Lo ha deciso il Presidente ugandese Yoweri Museveni che ha dato istruzione al Ministro dell'Energia di non stipulare nuovi accordi per le concessioni dell'estrazione dell'uranio e di creare un'agenzia per l'energia nucleare nell'ambito del suo Ministero. Ne ha dato notizia l'agenzia vaticana Fides.
Secondo quanto riferisce la stampa locale, la decisione e' stata presa a seguito di un incontro di riflessione di 5 giorni dei deputati del Partito presidenziale (Nrm, National Resistance Movement) al termine del quale e' stato emesso un comunicato nel quale si fa appello ''allo sviluppo di un politica nazionale per il petrolio, il gas e i minerali e per l'utilizzo dei loro proventi a favore delle generazioni presenti e future''.
''A questo proposito il Presidente ha disposto che il Ministro dell'Energia blocchi le autorizzazioni per lo sfruttamento delle riserve di uranio recentemente scoperte nel Paese. Ha quindi chiesto che il Ministro stabilisca un ufficio per le questioni nucleari'' , ha dichiarato il Segretario Generale del Partito e Ministro della Difesa, Amama Mbabazi. Le prime scoperte di uranio in Uganda risalgono al 2004. Secondo un recente rapporto del Ministero dell'Energia le aree dove si trova il prezioso minerale si estendono per 18mila kmq nella regione di Buganda-Toro, per 12mila kmq nella zona di Karagwe-Ankole, per 900 kmq tra il Lago Albert e il Lago Kyoga, per 5mila kmq intorno al Lago Edward e per 900 kmq nell'altopiano di Buhwezu.
Secondo il Ministro dell'Energia solo in una piccola parte di queste aree sono state accordate concessioni di sfruttamento del minerale a compagnie locali e straniere. Sono in corso nuovi rilevamenti geologici che potrebbero portare a scoprire ulteriori giacimenti di uranio.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83106

Somalia: appello del Pam

Il Programma Alimentare delle Nazioni Unite (PAM) ha lanciato un appello per ricevere donazioni urgenti che evitino l'interruzione nei rifornimenti alimentari in Somalia, in previsione del mancato raccolto.
Il crescente bisogno di aiuti alimentari segue un allarme lanciato a giugno dalla FAO in cui si prevedeva, per luglio e agosto, nessun raccolto o un raccolto sotto la media, in gran parte del sud e del centro della Somalia, a causa delle piogge scarse.
Il Direttore del PAM in Somalia, Peter Goossens, ha dichiarato che l'agenzia ha bisogno di 19,5 milioni di dollari o di 26.500 tonnellate di cibo entro la fine del 2007 per sfamare un milione di somali. Senza nuovi contributi, il PAM, ad ottobre, si trovera' con un deficit di 8.500 tonnellate che, sommato a quello precedente, raggiungera' le 70.000 tonnellate pari a 53 milioni di dollari, entro maggio 2008. "Chiediamo contributi immediati perche'¨ i bisogni dei piu' deboli", per la maggior parte donne e bambini, "stanno crescendo sempre di piu' e potrebbero servire tre o quattro mesi per portare gli aiuti alimentari nel Paese".

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83103

Somalia: riapre sotto le granate conferenza di pace

A Mogadiscio, l'unico linguaggio chiaro continua ad essere quello delle bombe. Diversi colpi di mortaio sono stati sparati contro l'edificio sede della Conferenza di pace e riconciliazione e hanno ucciso sei civili, tra cui cinque bambini. Lo riferiscono residenti nella zona. Una fonte della sicurezza riportata dall'Ansa ha precisato che il primo ministro Ali Mohammed Gedi aveva lasciato già il posto quando è avvenuto l'attacco.
È durata quattro ore questa mattina la seconda sessione della Conferenza di pace e riconciliazione a Mogadiscio, che è stata poi di nuovo rinviata a sabato prossimo.
Aperta ufficialmente domenica scorsa, la riunione era stata subito sospesa e aggiornata ad oggi a causa di lanci di granate nei pressi dell'edificio che la ospita. Il motivo del nuovo rinvio della Conferenza – almeno ufficialmente – è di permettere la preghiera del venerdì; i somali sono praticamente tutti musulmani.
Subito dopo l'inizio ufficiale dei lavori, domenica scorsa, la conferenza era stata aggiornata a giovedì. Per permettere ai delegati ritardatari di giungere nella capitale, secondo la versione governativa. Per paura di possibili attentati, secondo altre fonti. Lo Shabaab, l'ala militare delle Corti islamiche cacciate da Mogadiscio lo scorso dicembre, ha già fatto sapere che colpirà chiunque decidesse di partecipare alla conferenza. Come avvertimento, nei giorni scorsi i miliziani hanno colpito numerosi obiettivi nelle vicinanze della sede dell'incontro.
Il giornalista somalo Abukar Albadri ha detto all'agenzia Peacereport che, “su 1325 delegati ne sono arrivati tra i 900 e i mille, stando al governo. Ma a occhio e croce direi che siamo sui 6-700, non di più”.La conferenza, che durerà 45 giorni e costerà qualcosa come 32 milioni di dollari, dovrebbe affrontare problemi quali la divisione del potere tra clan e il disarmo delle milizie.
Negli ultimi giorni, lo storico mercato di Bakara è stato preso di mira dagli insorti. Mercoledì, al mercato sono esplosi almeno quattro ordigni che hanno fatto tre morti e più di dieci feriti. Stanotte, gli insorti hanno accolto a colpi di granate e mortai i soldati somali che pattugliavano Bakara, nei combattimenti più feroci delle ultime due settimane. I morti sono almeno due.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83100

Media e minori: Save the Children, maggiore presa di coscienza e responsabilità

I diritti dei minori ascoltati nei procedimenti giudiziari perché presunte vittime d'abuso vengono violati ogniqualvolta la loro immagine non viene protetta e viene utilizzata dai media, in palese inadempienza con quanto previsto dalla Convenzione Onu per i diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (CRC), nonché dalla Carta di Treviso.Save the Children, all'indomani della messa in onda sul TG 5 delle immagini della perizia effettuata dai consulenti della procura di Tivoli su alcuni bambini vittime di presunti abusi nella scuola materna di Frignano Flaminio, richiama i media italiani ad una maggiore presa di coscienza e responsabilità sull'utilizzo delle immagini di minori. L'Organizzazione ricorda che, soprattutto in occasione dell'ascolto dei minori vittime di abuso o presunti tali, molte tutele, pur previste dalla normativa, sono talora disattese, con la conseguente rivittimizzazione del bambino, che subisce così una seconda violenza.Indipendentemente dalla riconoscibilità o meno dei bambini ripresi nel filmato, Save the Children pone ancora una volta l'accento sull'esigenza primaria di garantire sempre il superiore interesse del minore.L'incidente probatorio è una delle fasi più delicate del procedimento giudiziario e, in caso di minori vittime di abuso, la legge italiana prevede l'audizione protetta volta alla salvaguardia del minore. Uno dei maggiori problemi evidenziati anche in ambito europeo relativamente all'ascolto del minore in ambito giudiziario è proprio quello legato al reiterarsi degli ascolti anche da parte di persone differenti, poiché ciò può avere delle ricadute emotive sui bambini, compromettendone il già delicato equilibrio.Save the Children, insieme ad altre organizzazioni e associazioni, nel corso di una recente audizione, ha portato all'attenzione del Commissione Bicamerale per l'Infanzia la delicata e complessa questione dell'ascolto del minore, auspicando un suo intervento in materia nei prossimi atti di indirizzo al Governo. Save the Children sollecita l'adozione di un sistema di monitoraggio, esteso a tutto il territorio nazionale, sulle procedure giudiziarie coinvolgenti i minori, al fine di verificarne l'efficacia per ciò che riguarda l'ascolto del bambino e la protezione dello stesso sia in seno al procedimento che in ambito extra-giudiziario.
Per ulteriori informazioni:Ufficio stampa Save the Children ItaliaTel: 06.48.07.0071press@savethechildren.it

Fonte: http://www.vita.it/comunicati/index.php3?COMID=2479

giovedì 19 luglio 2007

I pistacchi sono salvacuore, proteggono le arterie dal colesterolo

Mangiare pistacchi aiuta a proteggere il cuore. Lo dimostra una nuova ricerca condotta dalla Pennsylvania State University (Usa), secondo cui il popolare seme di colore verde avrebbe la proprietà di ridurre in modo considerevole il livello di colesterolo "cattivo" nel sangue e i rischi di restingimento delle arterie. I volontari che hanno fatto parte del campione dello studio, sono stati invitati a mangiare 80 g di pistacchi ogni giorno per un mese. Al termine del periodo di sperimentazione, il livello di colesterolo totale si era abbassato dell'8,4%, mentre quello del colesterolo "cattivo" addirittura dell'11,6%.

Fonte: http://www.staibene.it/sb_home.asp

Su Airfrance.it calcoli le emissioni di Co2 del tuo volo

Che bello sapere le cose; quanta importanza ha la trasparenza informativa che ti permette di avere la consapevolezza per scegliere.
Per aver lanciato il calcolatore online di emissioni di Co2, Air France meriterebbe un premio. Magari dai suoi passeggeri. E speriamo che altre compagnie seguano l'esempio così da poter valutare quelle che più si impegnano nella riduzione dei consumi e nell'efficienza energetica.
Da oggi infatti potete collegarvi al sito della compagnia e calcolare quanti kg di Co2 ha prodotto o produrrà il vostro volo.
La cosa poi più interessante è il fatto che, annuncia la compagnia francese, presto sarà anche possibile lavarsi la coscienza online acquistando dei diritti di emissione. Prego? Il trading di diritti di emissione è un meccanismo commerciale, introdotto dagli accordi di Kyoto, che permette di garantire la massima efficienza energetica globale tramite una dinamica di incentivi di prezzo. Così dicono gli economisti.

Fonte: http://www.travelblog.it/post/su-airfranceit-calcoli-le-emissioni-di-co2-del-tuo-volo

La copertura di Wind è veritiera ?

La copertura di Wind non è veritiera, così ha detto il Tribunale di Roma su segnalazione del Movimento Consumatori.Andando sul sito di Libero.it, per verificare la copertura ADSL, in molti casi quando l’utente digita il suo numero di telefono fisso riceve esito positivo, anche se in realtà non è vero.
Il Tribunale di Roma ha imposto a Wind di far più chiarezza sulle informazioni fornite all’utente, le risposte che si ricevono devono essere il più chiare possibili, per ogni offerta deve essere differenziata a secondo della reale situazione sia sull’ADSL e sia sulla telefonia analogica.Un’altra cosa da notare, è la mappa della copertura ADSL, presente nel sito di Libero, non è aggiornata, anche questo è un grave errore che Wind sta mettendo tralasciando. Ci deve essere più chiarezza nella copertura ADSL di un operatore.

Fonte: http://www.oneadsl.it/12/07/2007/la-copertura-di-wind-e-veritiera/

EUROPEAN RAILS OF PEACE, PERCORSI DI PACIFICAZIONE NEI BALCANI CON IL CENTRO “GABRIO AVANZATI”

Il Centro “Gabrio Avanzati” del Comune di Siena aderisce alla seconda edizione del progetto European Rails of Peace, promosso dall'Organizzazione “Glocal Forum” e dall'Associazione “Viaggi e Libertà”. Grazie a questa iniziativa, 51 studenti universitari, provenienti dalla Bosnia-Erzegovina, dalla Serbia e dal Kosovo, potranno usufruire di visti e facilitazioni per visitare alcune importanti città europee e partecipare a workshop in tema di processi di pacificazione e dialogo interetnico. Il gruppo degli studenti, di età compresa fra i 18 ed i 25 anni, sarà ospite dell’amministrazione comunale dal 23 e 24 luglio e proprio nella mattinata di martedì 24, dalle 10 alle 13, parteciperà alla tavola rotonda Balkan Routes of Peace, che il Centro “Gabrio Avanzati” ha organizzato, ad ingresso libero, presso la Sala di Palazzo Patrizi, in via di Città, 75. All'appuntamento seminariale interverranno il Sindaco, Maurizio Cenni, l’Assessore alla Pace e alla Cooperazione internazionale, Lorenzo Garibaldi ed il Presidente del Centro “Gabrio Avanzati”, Francesco Andreini, oltre a tre autorevoli esperti del contesto della ex Jugoslavia, quali Davide Sighele, redattore dell' “Osservatorio sui Balcani”, Jean Arnault Deréns, redattore de “Le Courrier des Balkans” e Rosita Viola, Direttrice del “Consorzio Italiano di Solidarietà”. L'obiettivo del workshop è quello di favorire il confronto ed il dialogo tra i tre gruppi di studenti, raccogliere le loro riflessioni personali e di promuovere una discussione sul passato, il presente ed il futuro dei loro rispettivi Paesi. In particolare, saranno trattate le tematiche delle conseguenze sociali e politiche dei drammatici conflitti degli anni '90, delle dinamiche di ricostruzione e riconciliazione in atto nei Paesi della ex Jugoslavia e delle prospettive di integrazione comunitaria nell'Unione Europea. Per informazioni:

centroavanzati@comune.siena.it Telefono: 0577 - 292602

mercoledì 18 luglio 2007

I giovani e il sesso: prima volta a 17 anni, senza protezione

I giovani italiani non sono poi così precoci nel sesso. Ma lasciano molto a desiderare quando si tratta di protezione dalle malattie a trasmissione sessuale e di sessualità consapevole. Sono i risultati di un'indagine condotta tra 334 pediatri del nostro Paese, che hanno risposto a un questionario sui comportamenti sessuali dei propri assistiti. L'attività sessuale inizia in media a 17 anni. Solo il 30% dei ragazzi utilizza il profilattico e il 26% delle ragazze ricorre alla contraccezione orale. Se al Nord la media è fra 17 e 18 anni per entrambi i sessi, al Centro è di 18 anni per i maschi e 17,5 per le femmine. Mentre al Sud e nelle isole l'età è anticipata: 17 anni per i maschi, 16-17 anni per le femmine.In caso di rapporto non protetto la maggior parte dei pediatri (62%) si dichiara favorevole al ricorso alla contraccezione d'emergenza.

Fonte: http://www.staibene.it/sb_home.asp

Se il naso funziona poco, potrebbe essere Alzheimer

Chi non riesce a riconoscere odori comuni come quello di una banana, del limone o del dentifricio, potrebbe essere a un primo stadio di sviluppo della malattia di Alzheimer. È la tesi di uno studio statunitense realizzato dagli esperti dell'università di Chicago, coordinati da Robert Wilson. Gli scienziati hanno studiato più di 600 persone tra i 54 ed i 100 anni, seguendone lo salute e il senso dell'olfatto per 5 anni. I volontari sono stati ripetutamente sottoposti a test in cui dovevano riconoscere 12 odori di tutti i giorni, da quelli della frutta a quello del dentifricio, nonché a 21 test diversi sulle loro capacità cognitive.
Circa un terzo degli esaminati ha sviluppato nel tempo problemi sia pure leggeri di memoria e di capacità di concentrazione. Ma il risultato più chiaro si è mostrato tra i volontari che hanno sbagliato almeno quattro tipi di odore: il loro rischio di manifestare danni a livelli cognitivo e di progressione verso l'Alzheimer vero e proprio è risultato più alto del 50%.

Fonte: http://www.staibene.it/sb_home.asp

L’etilcarbammato nei vini


È una sostanza cancerogena da tenere sotto controllo

L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha lanciato una richiesta di dati agli stati membri della Unione Europea su etilcarbammato e cianidi negli alimenti e nelle bevande, che terminerà il 15 dicembre 2006.
In particolare l’Efsa è interessata ai distillati di frutta con nocciolo ma il problema riguarda tutte le bevande fermentate, compreso il vino.

Perchè l’Efsa fa questa richiesta?
Perchè in una riunione del febbraio 2005, il Comitato congiunto di esperti FAO/OMS sugli additivi alimentari (JECFA) ha valutato l’etilcarbammato, concludendo che si tratta di una sostanza genotossica nonché di un agente cancerogeno multipotente in tutte le specie animali testate ed è considerato anche un potenziale cancerogeno nell’uomo.
L’Efsa chiede dati riferiti all’anno 2000 e successivi sui livelli di etilcarbammato e cianidi negli alimenti e nelle bevande, soprattutto le bevande alcoliche come i distillati di frutta con nocciolo, che potrebbero facilitare la valutazione del rischio sull’etilcarbammato negli alimenti e nelle bevande da parte della stessa Efsa. E’ ipotizzabile che, sulla base di questi dati, l’Efsa proponga alla Unione Europea di introdurre limiti alla presenza dell’etilcarbammato nelle bevande e negli alimenti.

L’etilcarbammato (EC, o carbammato di etile) è un composto che può essere naturalmente presente nei cibi e nelle bevande fermentati, come liquori, vini, birre, pane, salsa di soia e yogurt. Pertanto, la principale fonte dell’esposizione umana all’etilcarbammato attraverso la dieta è il consumo di cibi e bevande fermentati, per esempio in conseguenza della formazione indesiderata di questa sostanza durante il processo di fermentazione, distillazione o durante la conservazione in magazzino.
L’etilcarbammato nei vini
Nei vini l’etilcarbammato si forma spontaneamente per reazione tra l’urea (un composto azotato) e l’etanolo (cioè, l’alcole etilico).
Tranne il caso del Canadà (30 microgrammi/litro), non esistono limiti legali per la presenza di EC nei vini; la Fda (Food and Drug Adiministration degli Stati Uniti) ha raccomandato un limite volontario di 15 microgrammi/litro nei vini da tavola e 60 per quelli liquorosi.

Sempre la Fda ha prodotto un manuale di prevenzione per la limitazione della produzione dell’etilcarbammato nei vini, molto interessante, scritto da due ricercatori dell’università di Davis, in California.
La Fda consiglia come azioni preventive per la riduzione dell’EC nei vini:

il controllo delle concimazioni azotate della vite (anche se non tutti gli autori sono d’accordo su questo punto). Le eccessive concimazioni azotate provocano anche l’aumento della formazione di istamina, altra sostanza dannosa alla salute;
l’aggiunta di nutrienti azotati nei mosti solo in caso di effettiva carenza
l’impiego di ceppi adeguati di lieviti e batteri lattici (dal confronto tra vini che hanno fatto o meno la fermentazione malolattica si è visto, infatti, che anche i batteri lattici concorrono alla produzione di etilcarbammato)
l’uso di ureasi (serve a ridurre la concentrazione di urea prodotta nel corso della fermentazione alcolica; prima che si combini con l’etanolo e formi l’EC)
il controllo delle condizioni di stoccaggio (ad alte temperature aumenta la produzione di EC).
Un lavoro fatto nel 1993 su 1.600 vini francesi ha mostrato che la presenza media di etilcarbammato (8 microgrammi/litro) era nettamente inferiore al limite posto dalla Food and Drug Administration (15 microgrammi/litro).

giovedì 12 luglio 2007

Dalla Gran Bretagna arriva la dieta ecosostenibile

Mangiare bio non basta. Scegliere alimenti che non provengano dall'altro capo del mondo, nemmeno. Un'alimentazione davvero ecosostenibile deve basarsi su un presupposto fondamentale: tenere conto dell'impatto ambientale dell'intero processo di produzione di un alimento, dall'energia impiegata per la lavorazione fino all'impacchettamento e al trasporto. È l'idea che ha spinto due ricercatrici britanniche a stilare una dieta che promuove a pieni voti uova e bacon, ma esclude vino e formaggio. Ruth Fairchild e Andrea Collins, del University of Wales Institute di Cardiff, si dicono preoccupate da come ultimamente tutta l'attenzione del pubblico si sia concentrata sul legame tra trasporto dei generi alimentari e produzione di gas nocivi. Dalle loro ricerche emerge infatti che il trasporto dalla fattoria al supermercato incide solo per il 2% sull'impatto ambientale totale di un alimento. Le due studiose hanno quindi stilato una classifica degli alimenti più o meno "nocivi" dal punto di vista dell'impatto ambientale, basandosi su una serie di parametri come la quantità di terra necessaria a produrre un determinato cibo e l'energia impiegata in diversi stadi. E come tutte le altre diete, anche quella ecosostenibile non fa contenti i golosi: banditi infatti cioccolata, gelati, vino e superalcolici e la maggior parte delle carni. Mentre a passare il test sono frutta e verdura (a patto però che non siano confezionate), il pane, le uova e il latte.

Fonte: http://www.staibene.it/sb_home.asp

Afa, il ministero della Salute sconsiglia il ventilatore

Anche se fa molto caldo, meglio non usare il ventilatore. L'invito arriva dal Ministero della Salute, tramite l'opuscolo "Estate sicura. Vincere il caldo", distribuito in quasi un milione di copie e via Internet per la prevenzione degli effetti sulla salute delle ondate di calore. Tra le precauzioni da adottare quando si è in casa, "se non si possiede un impianto di aria condizionata, i ventilatori offrono qualche possibilità di refrigerio, però sono sconsigliati quando le temperature superano i 32-35 gradi. Inoltre occorre fare attenzione a non indirizzare il flusso d'aria direttamente sul corpo delle persone, specialmente se costrette a stare a letto, perché potrebbero andare incontro a disidratazione".Qualche suggerimento anche per chi ha un'impianto di aria condizionata in casa: "Deve essere regolato a una temepratura non troppo bassa, tra i 25 e i 27 gradi, facendo attenzione a non passare senza opportune precauzioni da ambienti caldi a quelli più freschi e viceversa".

Fonte: http://www.staibene.it/sb_home.asp

Nel 2017 si mangerà solo al ristorante

Sempre meno in casa e sempre più spesso al ristorante. Sarà questa la tendenza per i prossimi dieci anni delle popolazioni più industrializzate del mondo: abbandonare le cucine domestiche, in favore di pizzerie, tavole calde e "take away". Il motivo? Gli under 50 di oggi non sanno cucinare e con il passare del tempo si recheranno sempre meno al supermercato per comprare gli alimenti da preparare in casa. Le previsioni sul futuro dell'alimentazione nel mondo sviluppato si devono a Birthe Linddal Hansen, una studiosa danese di previsioni per il futuro, che le ha espresse al forum internazionale organizzato da Iama, International Food and Agribusiness Management Association.
In futuro le popolazioni si concentreranno sulle diete individuali "e per capire quali saranno queste diete bisognerà concentrarsi sull'identità genetica degli individui. Non solo, la cucina sarà più internazionale e vi sarà una mescolanza etnica". Il fatto che la popolazione cucinerà sempre meno in casa propria non significa che il modo di mangiare sarà meno sana, anzi: "La gente ambisce a essere più sana", sostiene la professoressa Linddal Hansen, "e per questo sarà vincente la dieta vegetariana. Le persone si accosteranno sempre più a soluzioni naturali e valorizzeranno il cibo tradizionale autentico, perché il cibo è anche una cultura e i consumatori del domani penseranno gli alimenti come qualcosa connesso alla comunità, agli stili di vita, alla storia, alla salute e all'identità".

Fonte: http://www.staibene.it/sb_home.asp

Il gran caldo rende aggressivi

Quando fa molto caldo, il termostato interno del nostro organismo fatica ad adattarsi alle condizioni esterne. Risultato: diventiamo aggressivi. Lo sostiene il neurologo Rosario Sorrentino, direttore dell'Istituto di ricerca e cura degli attacchi di panico presso la Pio XI di Roma.Secondo l'esperto, "in condizioni metereologiche come quelle che stiamo vivendo, di un caldo afoso, il cervello stenta a costruire delle reazioni di adattamento ottimali e viene messo sotto stress quel termostato interno, l'ipotalamo, necessario per regolare termicamente la temperatura corporea nell'uomo". Le persone più predisposte "possono avere una maggiore facilità a subire uno stress termico prolungato e a sviluppare in risposta a stimoli e a sollecitazioni esterne un'aggressività di tipo impulsivo, che si manifesta con comportamenti improvvisi di ostilità verbale e fisica diretta verso se stessi o verso gli altri".

Fonte: http://www.staibene.it/sb_home.asp

La Consob scopre che si vendono molti strutturati

Leggendo l'intervento del presidente Cardia a Milano, lunedi scorso in occasione dell'annuale incontro con la comunità finanziaria, apprendo con piacere che la Consob si è accorta di cosa sta avvenendo da sei anni a questa parte, vale a dire che gli intermediari spingono i clienti ad uscire dai fondi comuni e propongono prodotti poco trasparenti come "polizze assicurative a contenuto finanziario" ed anche "obbligazioni bancarie spesso caratterizzate da strutture complesse e di più difficile valutazione". La Consob si è perfino accorta che "questa evoluzione riflette, in larga parte, gli obiettivi delle reti distributive che negli ultimi anni hanno visto privilegiare la vendita di prodotti finanziari a più elevati margini di rendimento per i distributori e funzionali alle strategie di finanziamento dei gruppi di appartenenza". Ben il 40% delle obbligazioni bancarie è rappresentato da strutturati al punto tale che "sarà ulteriormente sviluppata la vigilanza con il supporto di specifici modelli di analisi". Meglio tardi che mai...comunque anche dopo questa "scoperta", in concreto non cambierà nulla. Qualche ritocco alla documentazione, che nessuno legge ed anche se legge non capisce, e magari una firma in più da qualche parte.

Fonte: http://www.investireoggi.it/approfondimenti-finanza/tutela-del-risparmio-a57.html

lunedì 9 luglio 2007

Il successo del Blu-Ray insospettisce l'Europa

La Commissione Europea sta indagando sul successo del formato Blu-Ray: lo riferisce il Wall Street Journal, che racconta come siano state mandate delle lettere ai maggiori studi di produzione di Hollywood chiedendo maggiori informazioni sulle comunicazioni e gli accordi presi con i rappresentanti dei formati HD DVD e Blu-Ray. Lo scopo è comprende le motivazioni per le quali molti grossi studi di produzione stiano prendendo accordi esclusivamente per il formato Blu-Ray.
Era solo questione di tempo prima che la curiosa posizione che Sony occupa nel settore dei DVD cominciasse a destare sospetti. La casa giapponese infatti, oltre ad essere la principale artefice dello sviluppo e distribuzione dei DVD di nuova definizione Blu-Ray, è anche la produttrice della Playstation 3, la console che integra un lettore Blu-Ray di default, e la titolare di un importante studio di produzione cinematografica. Normale dunque che la commissione europea si ponga delle domande sulla legittimità del dominio del formato Sony sul rivale HD DVD che non gode di una console che integri un suo lettore (solo la Xbox360 prevede un lettore HD DVD da comprare a parte) e nemmeno della presenza ad Hollywood.
Quello di cui la commissione è in cerca sono eventuali "tattiche improprie" attraverso le quali Sony sia riuscita ad ottenere l'appoggio di Walt Disney, Twentieth Century Fox, Lions Gate Entertainment e MGM, mentre Toshiba per il suo HD DVD ha stretto accordi solo con la Universal. In più anche il diverso prezzo dei dischi Blu-Ray rispetto ai rivali è un punto sul quale si cerca di fare chiarezza.
Come risultato di una simile situazione al momento la guerra dei formati sta subendo una forte sterzata nella direzione del formato Blu-Ray. Nonostante infatti i lettori venduti siano molto pochi e nonostante la maggior parte sia per dischi HD DVD (150.000 contro i 105.000 Blu-Ray), Sony ad oggi ha venduto più di un milione e mezzo di Playstation 3 contro i 106.000 lettori HD DVD per Xbox360, cosa che sta facendo la differenza.

Fonte: http://webnews.html.it/news/leggi/6360/il-successo-del-bluray-insospettisce-leuropa/

Confermata la riorganizzazione interna di Asus

A partire dal primo gennaio 2008, Asus si dividerà in due aziende, controllate comunque sempre dai grandi capi di Asus. Le due nuove nate vengono da una riorganizzazione interna volta a separare le loro attività ODM in due sussidiarie che prenderanno il nome di Pegatron Technology and Unihan Technology.
Rimarranno invariate quindi le attività che Asus svolge sotto il proprio marchio. Vi ricordo che per attività ODM, si intende la produzione per conto di terzi, che poi provvederanno a rimarchiare i prodotti con il loro marchio. Una pratica molto diffusa fra le aziende IT, basti pensare che tutti i portatili Apple, gli iPod e i recenti iPhone sono prodotti da terzi.
Ritornando alla riorganizzazione, Pegatron sarà a capo degli impianti produttivi di ASRock, AMA, e le fabbriche di Asustek in Messico. Mentre Unihan si occuperà degli impianti presenti nella Repubblica Ceca, questo almeno secondo quanto dichiarato da Jonney Shih, chairman di Asustech.

La produzione per conto di terzi impegna Asus per almeno il 65% del suo intero fatturato, rendendo quindi di assoluto rilievo una tale riorganizzazione.
Per i clienti finali come noi, tuttavia, i cambiamenti saranno pressoché nulli. Asus continuerà a produrre con il proprio marchio nelle proprie fabbriche, tanto più che, come già detto, il controllo delle due neonate rimarrà comunque in mano ad Asus.
Perché quindi dividere in due la produzione ODM?
Sembra che Asus voglia separare la produzione Europea da quella mondiale. Che ci siano problemi legali o di dogana?

Fonte: http://www.onehardware.it/04/07/2007/confermata-la-riorganizzazione-interna-di-asus/

venerdì 6 luglio 2007

In Turchia la tortura è sempre impunita...

Denuncia di Amnesty International contro la giustizia turca, sempre pronta chiudere un occhio sulle torture e uccisioni inflitte dalle forze di sicurezza

Secondo un rapporto diffuso oggi da Amnesty International, la tortura, i maltrattamenti e le uccisioni in Turchia continuano a essere segnate da una persistente impunita' per le forze di sicurezza. Le indagini e i procedimenti giudiziari su casi di gravi violazioni dei diritti umani compiute dalla polizia e dalla gendarmeria sono lacunose e viziate da decisioni contraddittorie da parte dei magistrati e dei giudici. Di conseguenza, la giustizia per le vittime delle violazioni dei diritti umani subisce ritardi o viene negata.
‘Il sistema di giustizia penale ha bisogno di riforme. Deve porre la protezione dei diritti umani dei cittadini al di sopra della tutela di quelli che vengono percepiti come interessi delle istituzioni e dei funzionari statali' – ha affermato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa / Asia centrale di Amnesty International.
Il rapporto dell'organizzazione per i diritti umani analizza i fattori che contribuiscono all'impunita' per le forze di sicurezza, tra cui ritardi amministrativi, procedure giudiziarie carenti e intimidazioni nei confronti dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti. Il rapporto mette inoltre in rilievo la mancanza di un organismo indipendente che possa indagare in modo imparziale ed efficace sulle violazioni dei diritti umani compiute da funzionari statali e l'assenza di un archivio centrale delle violazioni commesse dalle forze di sicurezza.
Amnesty International, nel suo rapporto, si sofferma su alcuni specifici problemi: - la tortura e i maltrattamenti, anche nel corso di periodi di detenzione non ufficiale, nel corso e al termine di manifestazioni, in carcere e durante il trasferimento dei detenuti;- processi in corso in cui vengono ammesse, e anzi costituiscono un elemento centrale di prova, dichiarazioni estorte mediante la tortura;- il rifiuto dei tribunali di riconoscere esami medici indipendenti in casi di maltrattamenti e tortura; solitamente, essi prendono in esame solo le risultanze provenienti dall'Istituto di medicina legale, organo alle dipendenze del ministero della Giustizia;- la reintroduzione di una controversa disposizione, durante la revisione della Legge per combattere il terrorismo, che non afferma esplicitamente che l'uso della forza dovrebbe essere applicato solo se strettamente necessario e proporzionale e che quello della forza letale dovrebbe essere consentito solo quando ‘strettamente inevitabile per proteggere vite umane';- la mancanza di progressi nelle indagini su uccisioni da parte delle forze di sicurezza, in circostanze in cui esse non erano coinvolte in scontri armati e che quindi potrebbero configurarsi come esecuzioni extragiudiziali.
Nel marzo 2006, a Diyarbakur, nella Turchia orientale, una serie di manifestazioni contro il governo termino' con un'ondata di arresti. Sulla base dei rapporti del Servizio di assistenza legale dell'Ordine degli avvocati, si stima che il 35% degli arrestati, bambini inclusi, furono sottoposti a maltrattamenti e torture. Vennero avviate 35 inchieste che, a distanza di oltre un anno, non hanno dato luogo neanche a una incriminazione nei confronti delle forze di sicurezza.
Amnesty International ha apprezzato l'annunciata intenzione del governo di applicare una politica di ‘tolleranza zero verso la tortura' e di protezione dei diritti umani. L'organizzazione ha osservato una diminuzione delle denunce di maltrattamenti e torture in custodia di polizia e il miglioramento delle salvaguardie sulla protezione dei sospetti contro la tortura durante le fasi dell'arresto, della detenzione e degli interrogatori.
‘Questo impegno da parte del governo non potra' mai essere considerato effettivo e sincero fino a quando non saranno adottate misure per assicurare che i funzionari statali che violano la proibizione assoluta di tortura e di altri maltrattamenti siano portati di fronte alla giustizia. ‘Tolleranza zero verso la tortura' e altre gravi violazioni deve significare che i responsabili saranno sottoposti a indagini esaurienti e indipendenti, processati e condannati' – ha commentato Duckworth. ‘Niente meno di una politica completamente attuata di ‘tolleranza zero verso l'impunita'' potra' porre fine allo spettro della tortura, degli altri maltrattamenti, delle uccisioni e delle sparizioni forzate che ancora caratterizzano la situazione dei diritti umani in Turchia'.

di Redazione (redazione@vita.it)

Il Brasile taglia i costi dei farmaci anti aids

Il Brasile ha stretto un accordo con la Abbott per la distribuzione a prezzi inferiori del loro farmaco anti aids, Kaletra. Lo ha annunciato il ministro della slaute brasiliano, indicando l'accordo come esempio per tutti i Paesi. La Abbott si è offerta di tagliare il costo del farmaco del 30%. In questo modo il Brasile risparmierà circa 10 milioni di dollari l'anno.

di Redazione (redazione@vita.it)

Grazie a Movimento Consumatori, Wind condannata per errata informazione

Il Tribunale di Roma, ha accolto l'azione inibitoria attivata dal Movimento Consumatori nei confronti di Wind, promossa a seguito di numerose segnalazioni degli utenti che sono stati male informati sulla copertura con la rete a “banda larga”della loro linea telefonica. Sul sito www.libero.it gli utenti potevano verificare se la loro zona era coperta dall'Adsl, ma ogni volta il risultato era positivo, anche quando effettivamente non era ancora possibile usufruire della banda larga per quella linea telefonica. “Questa sentenza – spiega Laila Perciballi del Movimento Consumatori - costituisce una vittoria per tutti i cittadini, perché per la prima volta il giudice ha condannato i comportamenti scorretti del gestore, per la scorretta ed errata informazione sulla effettiva copertura Adsl delle utenze telefoniche verificabili attraverso la procedura telematica presente sul sito www.libero.it”.Il Movimento Consumatori di Roma ha ottenuto, dunque, la condanna di Wind a correggere questo comportamento perché lesivo degli interessi dei consumatori. Il Tribunale di Roma ha ordinato al gestore che “all'interrogazione dell'utente circa la copertura in Adsl veloce del suo numero telefonico, fornisca in ogni caso una risposta veritiera, ossia corrispondente alla reale situazione individuale dell'utente, e completa, con esito differenziato, in relazione alle diverse offerte commerciali dell'azienda, siano esse del solo servizio Internet o anche di fonia”. “Inoltre - aggiunge la Perciballi - il giudice ha ordinato alla Wind “per contribuire a ristabilire anche per il passato la corretta informazione, rimuovendo eventuali effetti pregiudizievoli delle violazioni accertate, la pubblicazione a cura e spese di Wind, per una sola volta, sui quotidiani a diffusione nazionale La Repubblica ed Il Messaggero di un avviso contenente il dispositivo di questa sentenza, con l'indicazione degli estremi del giudizio, dell'organo giudicante e delle parti a caratteri tipografici doppi del normale”.Wind dovrà dar luogo alla modifica della procedura telematica e alla pubblicazione del dispositivo della sentenza entro e non oltre il 6 luglio 2007; in caso contrario, il Movimento Consumatori si attiverà per dare esecuzione alla sentenza del Tribunale di Roma.

di Movimento Consumatori (angela.carta@movimentoconsumatori.it)

mercoledì 4 luglio 2007

Cina: la lettera del Papa sparisce dal web

La Lettera di Benedetto XVI al clero ed ai fedeli della Repubblica popolare cinese e' sparita dai siti web cattolici che la ospitavano sin dalla sua pubblicazione. Allo stesso tempo, dalla Cina e' tuttora impossibile aprire il sito internet della Santa Sede. Lo riferisce oggi Asianews, agenzia di informazione missionaria del Pime, secondo la quale questa scelta e' stata denunciata da sacerdoti e fedeli cinesi, ufficiali e non, che gestiscono i vari portali. Alcuni avevano inserito il testo in cinese semplificato appena era stato pubblicato, ma hanno ricevuto la visita di alcuni rappresentanti del governo che li hanno ''convinti'' ad eliminarla. Asianews riferisce che secondo un sacerdote, anonimo per motivi di sicurezza, questa proibizione ''prova come e' vero cio' che il Papa scrive a proposito dell'influenza governativa negli affari religiosi''. Allo stesso tempo, essa ''dimostra che la Chiesa in Cina non gode di piena liberta' religiosa''. Eppure, in un'intervista antecedente alla pubblicazione del testo, il vice presidente dell'Associazione patriottica dei cattolici cinesi Liu Bainian aveva dichiarato che l'Ap ''non avrebbe distribuito ai fedeli la Lettera, che poteva essere tranquillamente scaricata da internet''. Tuttavia, il testo papale ha raggiunto lo stesso le comunita' cattoliche cinesi: fonti di AsiaNews nel Paese spiegano che esso e' stato inviato via fax o portato a mano, oppure scaricato da internet grazie a siti civetta che sono riusciti ad eludere la censura del governo. L'agenzia missionaria gia' nei giorni scorsi, immediatamente dopo la pubblicazione della lettera di Benedetto XVI aveva dato ampio risalto alle reazioni in Cina di fronte a un testo cosi' importante.

Fonte: redazione@vita.it http://www.vita.it/

Immigrazione: a giugno 210 morti nel canale di Sicilia

Guardiacoste Italia recupera naufraghi spesso in acque maltesi ---- Bruxelles, 3 lug. (Apcom) - La Guardia costiera italiana ha salvato 3.758 immigranti clandestini fra il primo gennaio e il 26 giugno 2007, ma almeno 210 persone sono annegate o scomparse nel Canale di Sicilia in un solo mese, dal primo al 29 giugno scorsi. Lo ha detto Paolo Artini, rappresentante dell'Unhcr (l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati), durante un'audizione pubblica su "Le tragedie dei migranti in mare" svoltasi oggi al Parlamento europeo a Bruxelles. Nella prima metà del 2007, ha riferito Artini, gli arrivi di immigranti illegali in Italia (circa (5.200) sono diminuiti del 30% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, mentre sono quadruplicati gli arrivi a Malta (700). L'aumento della pressione su questa piccola isola è una cattiva notizia, viste le limitate capacità d'intervento delle squadre maltesi di ricerca e salvataggio, rispetto alla grande estensione (più vasta della superficie della Gran Bretagna) dell'area di mare sotto il controllo delle autorità di La Valletta. Fortunatamente, i guardiacoste di altri paesi, e in particolare dell'Italia, vanno anche nelle acque che non sarebbero di loro competenza a cercare e salvare le persone in balìa dei barconi dei trafficanti. Nel 2006, ha segnalato Artini, il 49% delle operazioni di salvataggio portate a termine dai mezzi dalla Guardia costiera italiana (152 su 311) è stato effettuato nella regione di mare sottoposta all'autorità maltese. Nei primi sei mesi di suest'anno, le persone salvate nelle stesse acque dai mezzi italiani sono state 1.663, il 44% del totale (3.578). "La Guardia costiera italiana è molto attiva e si è particolarmente distinta per i salvataggi effettuati non solo nelle acque di competenza maltesi, ma anche nelle acque internazionali, che sarebero di competenza libica, com'è successo nel famoso caso dei naufraghi attaccati alle reti da pesca", ha detto Artini ad Apcom a margine dell'audizione. Malta ha limitate capacità di controllo, ma non vuole ridurre la superficie di mare sottoposta alla sua autorità per le operazioni di ricerca e salvataggio perché coincide con la Regione maltese d'informazione per l'aviazione, che genera considerevoli risorse economiche dal traffico aereo.

Fonte: http://www.vita.it/

Rinfrescante e antimicrobi, nasce il tessuto all’aloe

Presto potremmo indossare abiti fatti apposta per non irritare pelli sensibili o provocare danni ulteriori a chi già soffre di irritazioni. Merito di un nuovo tessuto rinfrescante trattato con finissaggio naturale a base di Aloe Vera. Lo ha realizzato un'azienda di prodotti naturali (Crespi 1797), che ha messo insieme oltre 200 componenti della pianta officinale. La casa produttrice assicura una particolare morbidezza e una sensazione di benessere, un effetto idratante e confortevole, rinfrescante e calmante su pelli arrossate e irritate. Il tessuto dovrebbe avere inoltre proprietà antimicrobiche, di protezione dagli insetti e di stimolazione della circolazione.

Fonte: http://www.staibene.it/sb_home.asp

Pomodori, pesche e mele sono più sani se “bio”


La prossima volta che dovrete acquistare pomodori, pesche o mele, tenete presente che "bio" è meglio. Potrebbe essere questo il consiglio che si può desumere da tre nuovi progetti di ricerca europei dell'università di Hohenheim, in Germania, secondo cui queste tre tipologie di frutta avrebbero maggiori qualità nutrizionali rispetto a quelle convenzionali. Un risultato che suffragherebbe quanto già emerso da un'altra recente ricerca Usa sul kiwi.Secondo gli studiosi tedeschi, i pomodori biologici "contengono più materia secca, zuccheri totali e residui, vitamina C, betacarotene e flavonoidi". Mentre i pomodori convenzionali sarebbero più ricchi di licopene e acidi organici. Quanto alle pesche, "quelle biologiche hanno un maggior contenuto di polifenoli al momento della raccolta", grazie alla particolare tecnica di coltivazione. Discorso analogo per le mele: gli studi hanno riscontrato nella purea di mele biologiche un maggior contenuto di sostanze bio-attive (fenoli, flavonoidi e vitamina C) rispetto a quella ottenuta da mele convenzionali.


lunedì 2 luglio 2007

Banche, partiti e consumatori


La pubblicizzazione degli interrogatori e delle intercettazioni telefoniche in merito all'affaire Unipol-Quotidiano Nazionale-Bpi-Corriere della Sera, rende chiaro un quadro al quale mancavano alcuni tasselli. L'operazione Unipol, vista con favore da alcuni partiti del centro-sinistra, mirava a costituire un polo bancario con Bnl e Mps, con l'acquisizione del Quotidiano nazionale (Nazione, Resto del Carlino, Giorno), mentre l'operazione Bpi, vista con favore da alcuni partiti del centro-destra, mirava a costituire un polo bancario con Antonveneta e all'acquisizione del Corriere della Sera. Due operazioni speculari, messe a punto da entrambi gli schieramenti, con la benedizione di Antonio Fazio, allora governatore della Banca d'Italia e in nome della italianita' delle banche, minacciate da concorrenti estere. La bandiera della italianità è stata sventolata e supportata da alcuni media e ha fatto credere a molti italiani che occorreva salvare la Patria, ovvero gli interessi di partiti e banche amiche. Tutta questa operazione si faceva, si fa, sulla pelle, meglio sul portafoglio, dei consumatori. Quale tutela potrebbero avere i risparmiatori da chi li governa se gli interessi dei partiti e delle banche sono un tutt'uno? Certo, qualche fuoco di artificio si accende sempre per incantare i creduloni, ovvero i risparmiatori. Sta di fatto che il costo dei conti correnti delle nostre banche sono i più alti in Europa, nonostante gli sforzi dell'Abi di coprirsi con la foglia di fico del progetto "PattiChiari", che proprio chiari non sono.


Primo Mastrantoni, segretario Aduc


Fondi pensione: i soldi sono dei lavoratori o delle aziende?


Una delle cose che non si comprendono nella normativa sulla previdenza complementare è cosa diavolo ci facciano i rappresentati dei datori di lavoro negli organi di amministrazione e controllo dei fondi così detti negoziali o chiusi (art. 5 comma 1 del d.lgs 252/05). I soldi versati nei fondi pensione sono o non sono dei lavoratori? Perché mai le aziende ci devono mettere bocca? Il fatto che i soldi versati nei fondi pensione provengano dall'azienda (TFR e contributo "datoriale" ) non giustifica certo il fatto che l'azienda debba mettere bocca nel funzionamento del fondo. Anche lo stipendio è versato dalle aziende, non per questo il datore di lavoro può permettersi di sindacare su come lo stipendio venga speso dal lavoratore. La questione è meno secondaria di quanto si possa pensare. L'assurdità della norma sopra indicata, infatti, produce le assurdità segnalate dai nostri lettori come questa praticata dal fondo dei metalmeccanici (il più significativo per numero di aderenti): Ho lavorato come impiegato in un'azienda del settore metalmeccanico fino al 31 maggio 2006 e fino a quella data ho versato i miei contributi al fondo chiuso Cometa. L'interruzione del rapporto di lavoro è stata causata dalla messa in mobilità, una condizione che mi permette il riscatto totale della posizione maturata presso il fondo. Ho atteso un anno prima di procedere al riscatto ma i rendimenti deludenti mi hanno convinto ad attivarmi. Nonostante il mio diritto al riscatto totale sancito dallo statuto ho appurato che il fondo in pratica osteggia questa mia richiesta. Nel modulo da utilizzare per la richiesta di riscatto è infatti presente una sezione, da compilare obbligatoriamente, riservata all'azienda presso cui lavoravo e che questa dovrebbe firmare e timbrare. Ma io non ho più alcun rapporto con l'azienda che mi ha licenziato (l'azienda potrebbe anche non esistere più...) e ritengo peraltro che essa non sia obbligata a controfirmare e certificare un atto che riguarda unicamente il sottoscritto e Cometa. Ho cercato di mettermi in contatto con un rappresentante del fondo per ottenere dei chiarimenti ma per gli aderenti è disponibile solo un call center affidato in gestione esterna. La voce del call center ha definito "regola" la prassi seguita dal fondo ed ha sottolineato che non è eludibile. Mi ha inoltre detto che la mancanza del suggello da parte della società presso cui lavoravo ritarderà per un tempo indefinito l'apertura della pratica di riscatto. Tale ostinazione mi sconcerta: quando una prassi si rivela vessatoria o addirittura illegittima essa va modificata. Perché la mia firma su una dichiarazione scritta non è sufficiente ad avviare la pratica? Perché il fondo non mi chiede un documento in mio possesso, come la lettera di licenziamento o l'attestazione dell'iscrizione alle liste di mobilità? Con che arroganza Fondo Cometa mi vincola ad ottenere da terzi un riscontro documentale che può benissimo procurarsi autonomamente? L'1,27% dei contributi degli aderenti (comparto crescita, esercizio 2006) viene usato per i costi di gestione ma nel momento in cui il fondo sta per perdere la titolarietà della gestione, si guarda bene dall'usare queste trattenute per quella che in fondo è ordinaria amministrazione. Cordiali saluti, Lettera firmata Il nostro lettore ha tutte le ragioni del mondo. Il comportamento del Fondo Cometa è incomprensibile ed auspichiamo un pronto intervento della Covip, l'organo di vigilanza sui fondi pensione, affinché si impedisca ai fondi pensione chiusi di frapporre ostacoli burocratici per l'esercizio dei diritti previsti dalla normativa.