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venerdì 12 ottobre 2007

Burundi: sostieni la campagna per il disarmo



Nonostante l'arrivo della democrazia nell'agosto 2005, le armi leggere che circolano in Burundi sono ancora moltissime. Si stimano oltre 100.000 le armi in possesso delle famiglie o nascoste nelle foreste! Esse vengono usate da bande armate e piccoli gruppi che circolano di notte per rubare, oppure da ex-militari e ribelli che tornati a casa dalla guerra non trovano lavoro, oppure ancora da ragazzi disorientati e psicologicamente provati dalle atrocità vissute nella guerra civile dalla quale il Burundi sta uscendo. I massacri, le atrocità dei macete ed i 14 anni di guerra “a bassa intensità” hanno impoverito la popolazione burundese a tal punto che oggi le armi leggere si rivelano spesso un mezzo scelto per uscire dall'estrema povertà. Si incrementano così la violenza, la piccola criminalità e la corruzione e rallenta ulteriormente il processo di pace e democratizzazione del Paese. Ora che la guerra è terminata, è fondamentale che il Governo burundese si impegni nell'eliminazione delle armi per dare un segno forte alla popolazione burundese nell'istituzione di una vera democrazia basata sulla fiducia tra i cittadini e tra cittadini e politici.


Chiediamo dunque:


* che le operazioni di disarmo totale della popolazione civile burundese, iniziate con la supervisione dell'ONU già nel 2005, vengano portate a termine;
* e che un controllo costante sulle azioni di compra-vendita di armi in Burundi. sia effettuato.

Aderisci anche tu, sottoscrivendo la lettera (in visione sul nostro sito) che invieremo il 15 dicembre al Presidente del Burundi e ai Rappresentanti dei Partiti burundesi, e per conoscenza ai Ministri degli Esteri dei Paesi Europei e ai rappresentanti della Comunità Europea affinché diano il loro totale appoggio a questa iniziativa.

Padre Claudio Marano e i 28mila Giovani del Centre Jeunes di Kamenge - Bujumbura


Educazione: a causa delle guerre sono le bambine le prime ad essere escluse dall'istruzione


Vittime due volte: della guerra e della loro condizione di giovani donne. Che significa, spesso, dover rinunciare prima dei coetanei maschi alla scuola e subire gravissime violazioni. Quali essere utilizzate come bambine-soldato o mogli-bambine, subire terribili violenze e abusi nell'ambito di raid di pulizia etnica, essere molestate e sfruttate persino all'interno dei campi profughi e per opera di chi dovrebbe proteggerle: personale governativo, insegnanti, operatori umanitari.Si intitola “Bambine senza parola” il Rapporto che Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente per la difesa e promozione dei diritti dell'infanzia, diffonde oggi in occasione del rilancio della campagna internazionale “Riscriviamo il Futuro”, partita un anno fa in 47 paesi del mondo con l'obiettivo di portare a scuola ed assicurare entro il 2010 un'istruzione di miglior livello a 8 milioni di bambine e bambini che vivono in nazioni in guerra o reduci da guerre.Un dossier che, fissando l'attenzione sulle bambine e sul devastante impatto che i conflitti hanno sulle loro vite - si stima che l'80% delle vittime civili di una guerra siano donne e bambini - è allo stesso tempo un crudo documento ma anche un'occasione per tornare a dire che il diritto all'istruzione per quei milioni di minori che vivono in aree di conflitto deve essere una priorità dell'agenda politica. Diversamente, 30 milioni di bambini – la maggior parte in nazioni in guerra - saranno ancora esclusi dalla scuola nel 2015 e il secondo e terzo Obiettivo del Millennio, ovvero diritto all'educazione primaria per tutti i bambini e parità di accesso a scuola per bambini e bambine, non verranno raggiunti.“Non ci stancheremo di sottolineare il ruolo e la forza dell'istruzione, formidabile leva di cambiamento, in grado di permettere a una bambina o bambino di emanciparsi da un futuro di povertà, sfruttamento, insicurezza”, commenta Maurizia Iachino, Presidente di Save the Children Italia. “Se poi teniamo presente che il più alto numero di minori esclusi dall'istruzione si trova in paesi in conflitto e che le bambine sono la maggioranza, è chiaro che bisogna concentrare gli sforzi e le risorse sui paesi in guerra e sulle bambine. Altrimenti milioni di ragazze saranno le ultime non solo a scuola ma anche nella vita”.Sono 77 milioni nel mondo i bambini che non vanno a scuola. 39 milioni, stima Save the Children, vivono in uno dei 28 paesi oggi ancora in guerra o reduci da conflitti . In queste nazioni particolarmente, ma anche in quelle stabili e in pace, le bambine risultano discriminate nell'accesso a scuola: il 57% del totale dei minori esclusi dall'istruzione è rappresentato da bambine. Inoltre quasi 1 bambina su 5 che si iscrive in prima elementare, non riesce a completare il ciclo di istruzione primaria. Una condizione di disparità che nei contesti di conflitto si aggrava ulteriormenteIn alcune zone del Sud Sudan, per esempio, l' 82% delle bambine non è iscritto a scuola, mentre nelle aree rurali dell'Afghanistan questa percentuale arriva anche al 92%.“In tempo di guerra le bambine e le adolescenti sono un gruppo particolarmente vulnerabile e a rischio di gravissimi violazioni dovute alla discriminazione di genere e al ruolo che viene assegnato loro nella società”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. Non a caso alla vigilia, durante o subito dopo un conflitto le bambine sono le prime alle quali viene negata la possibilità di andare a scuola.Le ragioni di ciò sono varie: i genitori temono che le scuole possano essere attaccate da miliziani e quindi che le ragazze vengano forzatamente reclutate negli eserciti; oppure temono che le proprie figlie siano vittime di molestie e abusi da parte dei compagni di scuola o degli insegnanti. In altri casi il fattore può essere economico: se ci sono dei costi da sostenere per le rette o il materiale scolastico e le famiglie, impoverite dalla guerra, non hanno soldi sufficienti, le bambine saranno le prime a dover rinunciare alla scuola e ad essere richiamate in casa per supportare economicamente il nucleo familiare.Ma l'impatto di una guerra non si esaurisce qui: donne di tutte le età, documenta il Rapporto “Bambine senza parola”, si trovano ad affrontare lo sfollamento, la perdita di casa e proprietà, di familiari e parenti, la povertà. Donne, ragazze e bambine sono inoltre vittime di omicidi, torture, scomparse, schiavitù sessuale, abusi sessuali e gravidanze e matrimoni forzati, come nel caso di tante bambine assoldate e rapite dalle milizie armate. Si stima che di oltre 250.000 bambini impiegati come soldati, più del 40% siano bambine e adolescenti. Essere “soldato” per una ragazza significa sottostare agli ordini dei combattenti, fare loro da domestica e infermiera, diventare loro “moglie”: ovvero essere oggetto di abusi sessuali da parte di uno o più miliziani, avere elevate probabilità di contrarre il virus dell'Hiv/Aids, nonché di restare incinte anche a 10 anni.Ma guerra significa anche uso della violenza contro le donne, in particolare dello stupro, come vera e propria arma. “La violenza sessuale nei confronti di bambine e adolescenti è spesso utilizzata in campagne sistematiche di terrore e intimidazione, proprio per obbligare i membri di una certo gruppo etnico, culturale o religioso ad abbandonare le loro case”, spiega Carlotta Sami, Direttore dei Programmi di Save the Children Italia.Ma anche quando la guerra sembra essere alle spalle se non addirittura finita bambine e donne rischiano di trovarsi ad affrontare altre violenze, per esempio nei campi rifugiati dove possono subire abusi da parte di funzionari governativi, guardie di frontiera, contrabbandieri, membri delle forze armate e a volte anche di altri rifugiati, durante il lungo cammino verso i campi e all'interno degli stessi. Questi luoghi rappresentano inoltre un luogo di particolare interesse per i trafficanti di esseri umani che prediligono le pre-adolescenti e le bambine essendoci meno possibilità che siano affette dall'Hiv/Aids rispetto alle ragazze più grandi. Infine donne e ragazze non sono al riparo dall'abuso e sfruttamento sessuale neppure quando si trovano a stretto contatto con gli operatori umanitari, come documentato da Save the Children in un suo recente dossier sulla Liberia . Il ruolo e il potere dell'educazioneIn un contesto di così alto rischio e gravi violazioni, sia durante che dopo un conflitto, “la scuola può giocare un ruolo fondamentale per la protezione di ragazze e bambine da abusi e violazioni e rappresentare un luogo sicuro dove ripararsi”, sottolinea Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “A scuola poi si apprendono informazioni utili alla salute e sicurezza personali, per esempio sulla prevenzione dell'Hiv/Aids o sulle mine anti-persona”. Infine “la scuola costituisce forse l'unica occasione, per milioni di bambine e bambini che vivono in aree instabili, conflittuali e povere, di garantire a sé e alle proprie comunità un futuro diverso e migliore”. In particolare per le bambine, è ormai appurato lo stretto rapporto fra scolarizzazione femminile e maggiore benessere e sviluppo sociale: per esempio, un aumento dell'1% dell'istruzione femminile genera una crescita del Pil dello 0,37%; l'iscrizione alla scuola primaria delle bambine può produrre una riduzione della mortalità infantile del 4, 1 per mille; l'educazione può contribuire a prevenire circa 700.000 contagi da Hiv all'anno e a migliorare la salute materno-infantile.Una petizione al Governo italiano per garantire il diritto all'istruzione per i bambini in paesi in conflittoA poco più di un anno dal lancio della Campagna Internazionale “Riscriviamo il Futuro” (il 12 settembre scorso), Save the Children continua dunque a fare pressione sui governi e le opinioni pubbliche affinché il diritto all'istruzione per i 39 milioni di minori che vivono in nazioni in guerra o reduci da conflitti, con particolare attenzione alle bambine, sia assunto come prioritario nelle agende politiche nazionali e internazionali e non siano tradite le promesse fatte. Nel 2005 infatti i paesi donatori, compresa l'Italia, hanno assunto impegni in aiuti all'educazione primaria per 3 miliardi di dollari, per poi erogarne circa la metà. In particolare, l'Italia si colloca all'ultimo posto della lista dei paesi donatori per fondi destinati all'educazione: data infatti la cifra di 9 miliardi di dollari necessaria a garantire educazione per tutti i bambini entro il 2015, il nostro paese risulta quello che ha contribuito meno al raggiungimento di tale cifra, con uno stanziamento di appena 15 milioni di dollari. Affinché dunque l'Italia non sia più l'ultima della lista, Save the Children Italia lancia oggi una Petizione con raccolta di firme destinate al Ministro degli Esteri Massimo D'Alema in cui chiede di:- incrementare significativamente gli aiuti all'educazione, destinandone una quota adeguata ai paesi in conflitto- in particolare almeno il 50% dei fondi settoriali per l'istruzione primaria dovrebbe andare alle nazioni colpite o reduci da guerre a cui invece l'Italia destina il 38% di tali fondi - impegnarsi in sede internazionale affinché l'educazione diventi parte rilevante e prioritaria delle politiche e degli interventi in contesti di emergenza- in particolare, al fine di garantire non solo l'accesso all'istruzione, ma anche standard di qualità adeguati, è necessario diffondere e promuovere l'utilizzo dei Minimum Standards for Education in Emergencies, Chronic Crises and Early Reconstruction (MSEE) nel ripristino dei servizi scolastici durante e dopo un conflitto.Inoltre Save the Children chiede e raccomanda al Governo italiano di: - promuovere e sollecitare nelle sedi internazionali una maggiore partecipazione e coinvolgimento delle donne nelle operazioni di peacekeeping e nei processi di post conflitto, in quanto elemento chiave non solo per la tutela e la promozione dei diritti delle donne, delle bambine e dei bambini in contesti di guerra o post conflitto, ma anche come uno dei fattori di successo dell'intervento stesso - adoperarsi affinché siano incrementati e implementati i programmi di smobilitazione e riabilitazione (Ddr ) per le ex-bambine soldato, attualmente pari al 2% del totale dei programmi di Ddr.La versione integrale del Rapporto “Bambine senza parola” è scaricabile all'indirizzo: www.savethechildren.it/pubblicazioni

E' disponibile un b-roll con immagini e videonews, foto e storie di bambini in paesi in guerra (per es. Afghanistan, Uganda, Costa D'Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Sudan, Liberia).


E' possibile firmare online la Petizione all'indirizzo: http://www.savethechildren.it/


Per ulteriori informazioni:Ufficio Stampa – Save the Children Italia tel. 06.48070023-71 press@savethechildren.it


Tata annuncia l'arrivo dell'auto di massa da €1790


Tremate: è arrivata la Ford T dell’India. L’auto per le masse. Si chiama 1 Lakh Car (auto da 100′000 rupie) e sarà in vendita dal prossimo anno. Il prezzo in euro lascia a bocca aperta: €1790!
La produzione iniziale prevista è di ben 250′000 esemplari, ma a regime dovrebbe arrivare ad 1′000′000 di vetture l’anno. Pur costando pochissimo, la qualità non è infima: l’auto è stata progettata da ingegneri indiani low-cost con partner europei di tutto rispetto (da Bosch e Fiat per il motore alla torinese Idea per il design).


Ratan Tata, patron della casa produttrice, ragiona davvero come il Ford o l’Agnelli indiano: “Sono molto orgoglioso di essere indiano e mi preoccupo di migliorare la qualità della vita dei miei connazionali. Qui è facile vedere 4-5 persone su un motociclo, in equilibrio precario, durante i monsoni o con il brutto tempo. Vorrei portarli tutti a non rischiare più così tanto”. Non per niente alla Tata chiamano la futura auto “auto del popolo” (”people’s car“, ricorda la volkswagen, nevvero?).L’India è cioè nella fase storica in cui era l’Italia negli anni ‘60, quando si passava dalla Lambretta o dalla Vespa alla 500.


Gran Bretagna. Carrello avverte se cibo scelto è calorico

Un’equipe di ingegneri britannici ha messo a punto il primo carrello da supermercato intelligente in grado di avvertire i consumatori se stanno scegliendo cibi ad alto contenuto calorico, di zuccheri o di grassi. Oltre a rappresentare uno strumento utile per la lotta all’obesità i carrelli potranno anche sostituire la confezione di certi prodotti: le informazioni riguardanti un certo alimento compariranno infatti su uno schermo del carrello. I carrelli - che verranno presentati alla conferenza annuale dell’Institute for Grocery Distribution - avvertiranno anche il consumatore dell’esistenza di determinate offerte, indicheranno dove il prodotto si trova all’interno del supermercato e nel caso di chi è in possesso di una ‘carta fedeltà’ conosceranno anche le abitudini alimentari di chi lo utilizza. ‘‘T utti vogliono informazioni maggiori e diverse, ma non tutti vogliono sapere tutto di un prodotto. Molti consumatori sostengono che le liste degli ingredienti su un prodotto sono troppo lunghe e complicate da leggere e da capire. sarà più semplice da leggere sullo schermo. Ci sarà anche un sistema di luci di allerta quando si controlla quanto salutare è la propria spesa. Non ti impedirà di acquistare dei biscotti ma ti farà pensare alla cosa’’, ha dichiarato Sion Roberts, direttore per la distribuzione di EDS , la società che ha sviluppato i carrelli. (ANSA)

Ogm: Greenpeace denuncia utilizzo negli Usa di riso transgenico nella birra

Greenpeace, in occasione dell’incontro svoltosi alla Camera su “Sovranità alimentare e politica”, promosso dalla coalizione “ItaliaEuropa-liberi da ogm”, pubblica i risultati delle analisi che dimostrano l’utilizzo di riso ogm, non testato, in uno dei birrifici della Anheuser-Busch, in Arkansas (Stati Uniti), dove viene prodotto il proprio marchio di birra, la Budweiser. Birra che in Italia viene prodotta e commercializzata dalla Heineken. Un laboratorio indipendente, incaricato da greenpeace, ha rilevato la presenza di riso transgenico (bayer ll601), in tre dei quattro campioni prelevati presso il birrificio. Il riso ogm in questione è una delle varietà che nel 2006 hanno contaminato gli stock di riso degli Usa. (Agrapress)

Una carta prepagata per sostenere le donne palestinesi

Il commercio equo può essere uno strumento di sviluppo anche in situazioni di crisi come quella Palestinese. Lo dimostra il progetto promosso dall’organizzazione non governativa palestinese PARC (Palestinian Agricultural Relief Committees) che aiuta 600 donne palestinesi in 40 villaggi della Cisgiordania e di Gaza impegnate in attività rurali e artigianali e cerca per loro nuovi canali commerciali anche in Italia. La carta “Dai credito alla pace” è stata presentata alla Marcia per la pace Perugia - Assisi. In pratica si tratta di una vera e propria Carta Bancomat prepagata che potrà essere acquistata versando 5 euro. Per ogni carta emessa, Banca Etica verserà al progetto “Dai credito alla pace” la somma corrispondente ad 1 Euro. La carta può essere ricaricata effettuando un versamento presso qualsiasi banca italiana e può essere utilizzata per prelevamenti e pagamenti in Italia e all`estero. Sulla stessa carta è possibile inoltre attivare la funzione “carta di credito” per pagamenti in internet. Per prenotarla non serve avere un conto corrente in Banca Etica, basta recarsi con documento d’identità e codice fiscale presso una delle sue 11 Filiali o contattare il Banchiere Ambulante più vicino.

Per informazioni: www.bancaetica.it/contatti.
(Comunicato Stampa)

giovedì 11 ottobre 2007

Niger, massacro di Tuareg nel nord

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si è rivolta all'Alto Commissario per i Diritti Umani dell'ONU Louise Arbour affinché vengano verificate le insistenti voci che parlano del massacro di 32 Tuareg nel nord del Niger. Se le voci dovessero risultare confermate il rischio è quello dell'inasprimento del conflitto con i Tuareg nel Niger e nel Mali.
Secondo alcuni testimoni, l'1 ottobre 2007 le forze militari del Niger avrebbero fermato cinque macchine in una zona vicina alla frontiera con l'Algeria. Avrebbero poi diviso i dodici Tuareg dalla pelle più chiara dagli altri passeggeri e li avrebbero fucilati sul posto. Il giorno dopo dei soldati avrebbero ucciso altri 20 Tuareg nella loro tenda sulla strada tra Arlit e Assamakka. Le autorità del Niger sostengono che si trattasse di 19 banditi ma secondo i testimoni si trattava di civili disarmati.
All'inizio degli anni '90 il conflitto Tuareg in Niger e in Mali si era inasprito in seguito ai massacri compiuti dall'esercito contro la popolazione civile Tuareg. Un accordo di pace del 1995 riuscì a porre fine agli scontri armati, ma in gennaio 2007 il conflitto si è nuovamente riacceso in Niger e in agosto 2007 si è allargato anche al vicino Mali.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=85468

Iraq: contractor seminano ancora il terrore

Ancora civili iracheni vittime dei contractor privati. Due donne sono state uccise oggi da agenti di una compagnia di sicurezza straniera nel centro di Baghdad, secondo quanto riporta la polizia senza specificare il nome della ditta. La sparatoria e' avvenuta nel quartiere di Karrada, zona residenziale e commerciale ritenuta una delle piu' sicure della capitale irachena. L'incidente avviene il giorno dopo che e' stato diffuso il rapporto della commissione d'inchiesta del governo iracheno che ha stabilito che i contractor della Blackwater che il 16 settembre hanno aperto il fuoco contro la folla, mentre stavano scortando un convoglio del dipartimento di Stato, hanno "deliberatamente ucciso 17 civili iracheni, senza essere stati assolutamente provocati".

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=85480

Vivere tra i rifiuti a Nairobi

Una delle discariche più grandi di tutta l’Africa, letteralmente una montagna di rifiuti, cresce al ritmo di 2000 tonnellate al giorno, poco fuori la città di Nairobi. Ed è tossica per la popolazione che attorno ci vive, soprattutto per i più giovani. Bambini e ragazzi sono esposti a metalli pesanti e sostanze tossiche che percolano attraverso il suolo e l’acqua e ai fumi della spazzatura che brucia in continuazione.
Questo il risultato di un recente studio dell’Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente), che ha esaminato 328 ragazzi tra i 2 e i 18 anni, insieme a dei campioni di suolo.“I risultati attuali sono ancora più scioccanti di quel che pensavamo” ha dichiarato Achim Steiner, vicesegretario generale dell’Onu e direttore esecutivo dell’Unep.
La metà dei ragazzi ha tassi di piombo nel sangue superiori ai livelli di sicurezza riconosciuti a livello internazionale e la metà dei campioni di terreno contiene più di 400 parti per milione di piombo invece delle 50 ppm massime di un campione considerato come non inquinato.

I risultati della ricerca mostrano inoltre livelli altissimi di cadmio, mercurio e una forte presenza di Pcb. Il 50% dei ragazzi ha un basso livello di emoglobina e di ferro.Il piombo danneggia il sistema nervoso ed il cervello, mentre il cadmio produce cancro e danni agli organi interni, soprattutto i reni.
Il fatto più grave è che, tutti i giorni, centinaia di persone dei quartieri poveri vicini, utilizzano la discarica per trovare cibo, prodotti riciclabili e oggetti da rivendere, respirando fumi tossici della spazzatura bruciata e metano.
È evidente come sia urgente trovare una soluzione per gestire il problema anche perché “i poveri sono i migliori nel riciclare i rifiuti, ma questo non deve permettere loro di vivere in condizioni di pericolo costante per la loro salute - afferma padre Moschetti - dobbiamo apprendere come migliorare davvero la vita dei poveri che dipendono dalla discarica e favorire il riutilizzo della spazzatura per una più sana opportunità economica”.

Fonte: http://www.ecoblog.it/post/vivere-tra-i-rifiuti-a-nairobi

giovedì 27 settembre 2007

Adozioni illecite: fermati due italiani in Paraguay

Due italiani provenineti dalla Toscana sono stati arrestati ieri in Paraguay per una vicenda di adozioni illecite. L'Ufficio Stampa delle Politiche per la Famiglia precisa che i due coniugi non avevano avviato una procedura di adozione internazionale secondo le regole della Convenzione Internazionale dell'Aja, che l'Italia ha ratificato sin dal 1998.
Pur essendo in possesso di un decreto di idoneità da parte del Tribunale per i minorenni di Firenze, i due coniugi non avevano dato incarico ad alcun ente italiano, come prescrive la Convenzione e la legge italiana.
Il Ministro Rosy Bindi, in ogni caso, è già in contatto col Ministero degli Affari Esteri per stabilire una collaborazione congiunta, anche attraverso la nostra Ambasciata ad Asuncion. Si ricorda, inoltre, che il Paraguay non ha ratificato la Convenzione dell'Aja e fino ad oggi non è stato adottato alcun minore paraguayano da parte di cittadini italiani.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=85066

Ambiente, al via la contro-conferenza voluta da Bush

Dopo aver snobbato il summit dell'Onu sul clima, mandando Condoleezza Rice sul podio, George Bush si prepara ad ospitare a Washington il "suo" vertice sui cambiamenti climatici. A cui ha voluto invitare i paesi considerati i maggiori inquinatori, comprese le economie emergenti finora escluse dai tagli delle emissioni volute dal trattato di Kyoto: in primis la Cina che secondo alcuni studi gia' quest'anno ha strappato agli Stati Uniti la 'palma' di paese piu' inquinante. Per due giorni, sotto la presidenza del segretario di Stato Rice, si riuniranno i rappresentanti, a livello di dirigenti amministrativi e non di ministri, di 16 paesi - oltre agli Stati Uniti e Cina, la Francia, la Germania, l'Italia, la Gran Bretagna, il Giappone, il Canada, l'India, il Brasile, la Corea del Sud, il Messico, la Russia, l'Australia, l'Indonesia ed il SudAfrica - insieme ai rappresentanti di Onu ed Unione Europea. Per domani e' previsto l'intervento di Bush che ha annunciato la sua conferenza sul clima per del summit del G8 lo scorso luglio, una mossa interpretata come un tentativo di 'dirottare' su un'agenda piu' accettabile per Washington il processo di preparazione ai negoziati per un 'Kyoto2', che dovrebbe entrare in vigore dopo il 2012.
Bush ha rifiutato il Protocollo del 1997, opponendosi all'idea dei tagli delle emissioni vincolanti. E preferendo ora parlare di riduzioni volontarie e ricerca di nuove forme di energia pulita. Dall'amministrazione Bush si cerca di assicurare che il summit di Washington non intende fare 'concorrenza' a Kyoto ma, come ha sottolineato la Rice, vuole iniziare a mettere in luce un piano per sviluppare goal che possano essere incorporati nel lavoro dell'Onu. Ma Jim Connaught, presidente del Consiglio della Casa Bianca sulla qualita' ambientale, non manca di stilare una sorta di manifesto anti-Kyoto: "La nostra filosofia e' che ogni nazione ha la sovrana capacita' di decidere per se stessa quale debbano essere le sue politiche". Ma per l'ambientalisti americani il vero scopo del summit di Washington e' "fare molta scena per dare l'apparenza di un'azione sul fronte del clima, mentre invece non c''e nessuna azione all'orizzonte", come ha detto Philip Clapp, presidente del National Enviromental Trust, ricordando la profonda vocazione anti-ambientalista dell'amministrazione Bush.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=85080

martedì 25 settembre 2007

IL BOOMERANG PALESTINESE

Articolo di Naoki Tomasini pubblicato il 16.09.2007 su www.peacereporter.net

Le armi statunitensi che erano state fornite agli uomini delle milizie di Fatah, prima che Hamas prendesse il controllo della Striscia di Gaza, vengono usate oggi dai miliziani della resistenza palestinese.

Suona come una provovazione per Israele, ma è più probabilmente la conseguenza della politica del governo Olmert che, di concerto con Washington, ha deciso di armare e sostenere Al Fatah per colpire Hamas. Ora, quelle stesse armi vengono rivolte contro di loro.

Le due fazioni fino a Giugno convivevano nel Governo palestinese di unità nazionale. Secondo fonti di Hamas, il gruppo, con quelle armi, avrebbe istituito una nuova milizia “marittima”, con il compito di proteggere le spiagge della Striscia.

Le armi “made in USA” sono state trovate dagli uomini dei Comitati di Resistenza Popolare, legati a Hamas, durante la guerra civile, quando le loro milizie presero il controllo delle sedi della sicurezza del Presidente dell'Autorità palestinese, Abu Mazen. Si tratta di fucili M16 e mitragliatrici pesanti, armamenti comunemente in dotazione all'esercito USA ed israeliano e forniti anche alle forze di Fatah.

Da almeno sei mesi, infatti, la dottrina statunitense e israeliana per il Medio Oriente e, in particolare, per la questione israelo-palestinese, passa per il motto “rinforzare Abbas”, dimenticando il risultato delle elezioni democratiche del 2006 e l'esistenza di un Governo di unità nazionale palestinese, pur di liberarsi del nemico islamista. A Giugno, pochi giorni prima dello scoppio della guerra civile a Gaza, gli israeliani che controllano i valichi lasciarono entrare nella Striscia circa 500 uomini di Fatah, armati. Mentre nei mesi precedenti parte di quelli, e molti altri in Cisgiordania, avevano ricevuto formazione militare da istruttori statunitensi.

KOSOVO, IL GOVERNO SERBO INVITA A BOICOTTARE LE ELEZIONI LOCALI

Articolo pubblicato il 13.09.2007 su www.ansabalcani.it

Il Governo di Belgrado ha formalizzato oggi il suo invito alla minoranza serba del Kosovo a boicottare le elezioni locali in calendario nella Provincia secessionista a maggioranza albanese per il 17 Novembre prossimo. La raccomandazione è contenuta in forma di ''suggerimento'' in una dichiarazione ufficiale diffusa in queste ore dall'Esecutivo, sullo sfondo della contesa diplomatica ancora aperta sul futuro status del Kosovo. Secondo Belgrado, le elezioni - convocate dalla leadership indipendentista albanese kosovara con il placet dell'amministrazione Onu e dei governi occidentali - in realtà non garantirebbero una adeguata rappresentanza alla comunità serba. Nella dichiarazione del Governo si sottolinea che, a otto anni dai bombardamenti Nato del 1999 e dall'imposizione di una tutela internazionale sulla Provincia, continuano a non essere rispettati molti ''diritti elementari'' delle minoranze non albanesi. Senza considerare il fatto - osserva Belgrado - che i due/terzi della comunità serbo kosovara sono stati costretti gli ultimi anni a lasciare la Provincia e restano tuttora impossibilitati a rientrare. Già ieri il Primo Ministro serbo, il conservatore Vojislav Kostunica, ma anche il Presidente della Repubblica, il filo-europeo Boris Tadic, avevano suggerito ai serbi del Kosovo di non recarsi alle urne: una posizione condivisa dalla maggioranza dei rappresentanti della comunità in loco, sebbene respinta come un'interferenza del Governo centrale da singoli esponenti moderati come Oliver Ivanovic. Il documento odierno del Governo serbo è destinato d'altronde ad accendere nuove critiche nei confronti di Belgrado da parte dei dirigenti albanesi - che insistono a reclamare la piena indipendenza della regione - e disappunto anche da parte dell'Unione Europea e degli Stati Uniti, i quali hanno già dato il loro avallo alla convocazione del voto di Novembre.

sabato 15 settembre 2007

Prezzi: "Per grano lo stesso del 1985, +750% divario con pane", sostiene la Coldiretti

"Il prezzo del grano riconosciuto agli agricoltori e' oggi lo stesso del 1985 mentre da allora il divario dei prezzi tra grano e pane e' aumentato di ben il 750 per cento". Se nel 1985 - spiega la Coldiretti - il prezzo del grano era di 23 centesimi al chilo e quello del pane di 52 centesimi, oggi un chilo di grano e' venduto al prezzo di circa 22 centesimi mentre un chilo di pane e' acquistato dai cittadini a valori variabili attorno ai 2,7 euro al chilo ma che raggiunge i 5 euro e oltre per quelli piu' elaborati, il divario tra il prezzo del pane e quello del grano e' quindi passato dai 29 centesimi del 1985 agli almeno 2,48 euro attuali con un incremento del 750 per cento". Secondo uno studio della Coldiretti per pane, pasta fresca e dolci il prezzo dal campo al consumo si moltiplica rispettivamente di 12, 20 e 70. (Agrapress)

Sostenibilità: altri legami fra fitofarmaci e malattie degenerative

Alcuni ricercatori del Costa Rica hanno di recente dichiarato di aver trovato un legame fra l’esposizione dei genitori ai fitofarmaci e l’insorgenza di leucemia infantile nei figli. L’Istuto Centro Americano per gli Studi sulle Sostanze Tossiche ha condotto una ricerca sugli effetti di 25 fitofarmaci in 5 diversi periodi di tempo. Secondo i risultati pubblicati dal Giornale Scandinavo su Lavoro, Ambiente e Salute, i casi di leucemia infantile risultavano associati sempre all’esposizione materna ai fitofarmaci fino ad un anno prima del concepimento e durante i primi due trimestri di gravidanza. L’esposizione paterna al paraquat, benomyl e picloram, analogamente, risulta collegata all’incidenza di leucemia nella discendenza. La leucemia rappresenta fra il 25 e il 35% dei tumori infantili in molti paesi, ma il Costa Rica, dovuto alla forte presenza agricola, ha il grado di incidenza di leucemia infantile maggiore al mondo. (PAN News/B@N)

venerdì 14 settembre 2007

Microsoft invia gli aggiornamenti di nascosto

Gli ultimi aggiornamenti dei sistemi operativi Winodws XP e Vista stanno arrivando. Volenti o nolenti. Nelle scorse settimane, infatti, alcuni utenti hanno notato che il loro sistema operativo Windows riceveva ed installava aggiornamenti in automatico e senza avvertire, anche quando la funzione di aggiornamento automatico era stata disabilitata.
Non è la prima volta che dalla Microsoft arrivano patch "obbligatorie", che il sistema cioè installa senza che ci sia la possibilità di impedirlo, ma è in assoluto la prima volta che una cosa simile accade di nascosto.
A riportare tutto è stata la newsletter Windows Secrets che avvertita dagli utenti e da alcuni membri dello staff di ciò che stava accadendo ha indagato e scoperto che i file aggiornati erano diversi per ogni computer ma tutti inerenti a Windows Update. Si tratta per Windows Vista di wuapi.dll, wuapp.exe, wuauclt.exe, wuaueng.dll, wucltux.dll, wudriver.dll, wups.dll, wups2.dll e wuwebv.dll, mentre per XP SP2 di cdm.dll, wuapi.dll, wuauclt.exe, wuaucpl.cpl, wuaueng.dll, wucltui.dll, wups.dll, wups2.dll e wuweb.dll.
Il commento di Brian Livingston, fondatore e editorialista della newsletter, riportato da PcWorld è stato: «non capiamo a fondo la tecnologia di Windows Update, ma apparentemente quest'aggiornamento non passa attraverso il parametro Auto Update. Molte compagnie ci tengono in maniera particolare ai cambiamenti fatti sui loro PC, e nonostante non ci sia alcun intento malevolo da parte di Microsoft, se questo non è un episodio isolato, ma l'inizio di una tendenza, c'è da stare preoccupati». A essere difeso, insomma, oltre che alla semplice utilità pratica, v'è un importante principio di trasparenza.

Fonte: http://webnews.html.it/news/leggi/6739/microsoft-invia-gli-aggiornamenti-di-nascosto/

Google vuole tornare sulla Luna

Google intende riportare l'essere umano sulla Luna. L'obiettivo è dichiarato esplicitamente in un post sul blog ufficiale del motore, post nel quale il gruppo promette 30 milioni di dollari per un concorso nel quale sarà l'iniziativa privata a tentare l'avventura con obiettivi specifici da raggiungere entro date prefissate. La guerra fredda che qualche decennio fa spingeva l'uomo all'avventura nello spazio oggi sublima in sfida imprenditoriale e nel tentativo di far proprie le opportunità esistenti nello spazio.

Il comunicato Google è stato diramato anche con traduzione in italiano. I contenuti principali:
Principi«Aziende private di tutto il mondo concorreranno per far atterrare sulla Luna una navicella-robot (rover) finanziata con mezzi privati, in grado di completare i diversi obiettivi della missione, tra cui esplorare la superficie lunare per almeno 500 metri e inviare video, immagini e dati sulla Terra [...] "Moon 2.0", la seconda fase dell'esplorazione lunare, non si limiterà a piantare bandierine e lasciare impronte umane sulla superficie: l'obiettivo stavolta e andare sulla Luna per rimanerci. La Luna è il trampolino di lancio verso il resto del sistema solare, oltre ad essere una fonte di soluzioni ad alcuni dei problemi ambientali più impellenti che si trova a dover affrontare oggi il nostro pianeta, ad esempio l'autonomia energetica e il cambiamento climatico. L'importanza dell'esplorazione lunare è riconosciuta ormai da governi di tutto il mondo e le agenzie spaziali di nazioni come Stati Uniti, Russia, Cina, India, Giappone e dei Paesi dell'Unione Europea progettano già l'invio di sonde sulla Luna nel prossimo decennio».
Premi«I 30 milioni di dollari complessivi della borsa sono suddivisi in un primo premio di 20 milioni, in un secondo premio di 5 milioni e in 5 milioni di premi in bonus. Per vincere il primo premio, un team dovrà riuscire a far atterrare sulla Luna un'astronave finanziata con mezzi privati, a esplorarne la superficie per almeno 500 metri e a trasmettere sulla Terra uno specifico pacchetto di video, immagini e altri dati. Il primo premio avrà un importo di 20 milioni di dollari fino al 31 dicembre 2012, dopo di che scenderà a 15 milioni di dollari fino al 31 dicembre 2014 [...] Bonus aggiuntivi in premi potranno inoltre essere assegnati in caso di completamento di obiettivi supplementari della missione, quali, ad esempio, percorrere distanze più lunghe (superiori a 5.000 metri), ritrarre immagini di artefatti umani (ad es. resti della missione Apollo), scoprire ghiaccio d'acqua e/o sopravvivere a una rigida notte lunare (corrispondente a circa 14,5 giorni terrestri). L'astronave che parteciperà alla competizione sarà corredata di videocamere e telecamere fisse ad alta definizione e invierà sulla Terra immagini e dati che saranno visibili al pubblico sul sito web Google Lunar X PRIZE».
Obiettivi«Riserva naturale di materie prime, il suolo lunare è costituito per oltre il 40% del suo peso da ossigeno, la stessa sostanza da cui è costituita per la maggior parte la massa del propellente dei razzi. Grazie al suo "pozzo di gravità" meno profondo, la Luna è il trampolino di lancio ideale per l'universo [...] La Luna può contribuire a salvare la Terra. Per più di 30 anni la NASA e il Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti hanno sperimentato vari metodi per catturare l'abbondante energia solare pulita presente nello spazio per l'uso sulla Terra. Sebbene la tecnologia necessaria per realizzare questo processo sia ormai nota, gli elevati costi connessi al lancio di materiale al di fuori del profondo pozzo gravitazionale terrestre hanno impedito fino ad oggi l'implementazione di questi sistemi. Tuttavia, se si utilizzasse materiale lunare per la costruzione spaziale, sarebbe possibile fornire alla Terra energia pulita 24 ore su 24 senza biossido di carbonio e altri rischi per la biosfera [...] La Luna può insegnarci qualcosa sul passato geologico della Terra [...] La Luna ci consente di osservare meglio lo spazio [...] La Luna può rappresentare l'ambiente più ostile che dovremo affrontare nel prossimo futuro. Per esplorare e sopravvivere in questo ambiente saranno necessari progressi tecnologici non indifferenti. Molte di queste tecnologie potranno avere un uso pratico anche sulla Terra».
Il concorso è stato messo in opera in collaborazione con la X Price Foundation, associazione non profit che già si occupa di iniziative similari. L'avvento di Google ha dato spessore e rilevanza al contest, il quale diventa ora oltremodo appetibile per i privati che intendono investire per mandare sulla Luna la propria strumentazione. Sul sito ufficiale è disponibile molto materiale relativo al progetto con tanto di storia e informazioni legali relative alla sopraggiunta idea di ritentare l'allunaggio.

Fonte: http://webnews.html.it/news/leggi/6740/google-vuole-tornare-sulla-luna/

INTERNET: E' SIENA LA CAPITALE EBAY D'ITALIA

(AGI) - Siena, 12 set. - Siena e' la citta' piu' ecommerce d'Italia secondo l'indagine compiuta sui 5 milioni di utenti di eBay.it. La citta' toscana e' risultata essere la citta' italiana con la maggior penetrazione eBay. Nella citta' del Palio, quasi un abitante su quattro (il 22.9%) acquista o vende sul primo sito di commercio elettronico italiano. Per il titolo di capitale di eBay c'e' stato un vero e proprio testa a testa tra due citta' toscane - Siena e Pisa (seconda con il 22.2%), che a sorpresa hanno lasciato indietro grandi citta' da sempre considerate come le piu' tecnologiche d'Italia. Milano e Roma, ad esempio, si piazzano rispettivamente al quinto e settimo posto nella classifica. Il terzo posto se lo e' aggiudicato Cagliari con il 19.3% dei residenti che comprano e vendono su eBay, mentre la medaglia di legno va a Bologna, quarto posto con il 17.9%. Nella classifica delle venti citta' piu' ecommerce d'Italia, compaiono altre tre citta' toscane. Oltre alle due in vetta: Firenze (10° posto), Portoferraio (12°) e Lucca (19°). Grazie a queste 5 citta', la Toscana puo' vantare il primato della regione piu' rappresentata nella classifica. A seguire la Sardegna con 4 citta': Cagliari (3° posto), Nuoro (6°), Elmas (11°), Oristano (16°) e la Campania con 3 citta': Salerno (8° posto), Capri (9°) e Caserta (17°). Inaspettatamente la Lombardia, la regione piu' grande e piu' industrializzata d'Italia, e' rappresentata da sole due citta' - Milano (5° posto) e Basiglio (13°). Peggio della Lombardia il Lazio, rappresentata nella classifica delle prime 20 solo da Roma. Le Marche, con Camerino (14.2%), chiudono la lista delle 20. Se eBay.it fosse una regione, con i 5 milioni di utenti registrati sarebbe la quinta piu' popolata d'Italia dietro Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia. (AGI)

Fonte: http://www.agi.it/firenze/notizie/200709121320-cro-r012242-art.html

giovedì 13 settembre 2007

Riccardo Muti e la Chicago Symphony Orchestra per il Fai

Il Fai- Fondo per l'Ambiente Italiano presenta Riccardo Muti che dirigerà la Chicago Symphony Orchestra, in Italia dopo trent'anni.
È affidato alla bacchetta del maestro Muti l'esordio dell'autunno musicale del Fai in un appuntamento imperdibile. Riccardo Muti, infatti, salirà sul podio dell'Auditorium Parco della Musica a Roma con la Chicago Symphony Orchestra, una delle più importanti orchestre del mondo, per un concerto straordinario a favore del Fai – Fondo per l'Ambiente Italiano. Il ricavato della serata verrà infatti utilizzato per sostenere la gestione dei Beni posti sotto la tutela della Fondazione.
Il Maestro Muti dirigerà pagine dal grande repertorio tra Otto e Novecento: si partirà dalle note struggenti della “Patetica” di Cajkovskij, si proseguirà con il neoclassicismo della Suite per orchestra tratta dal balletto “Nobilissima Visione” di Paul Hindemith, per finire con gli accordi eterei, sospesi, estatici de “Le Poème de l'Extase” di Aleksander Scriabin.
Un evento che si avvale dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, organizzato dal FAI in collaborazione con l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dedicato a tutti coloro che amano la cultura e la bellezza del nostro Paese.
Questo il programma:Pëtr Il'Ic Cajkovskij Sinfonia n. 6 in si minore op. 74 "Patetica"Paul Hindemith Nobilissima VisioneAleksander Scriabin Sinfonia n. 4 op. 54 “Le Poème de l'Extase”
Costo dei biglietti: da 60 a 250 euro – Aderenti al Fai da 50 a 225 euro
Per informazioni e prenotazioni: Fai- Ufficio Eventi Speciali tel. 02.467615253-237 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17Amit Numero Verde 800.166.250 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17 www.helloticket.it - www.santacecilia.it
Info sul Fai: www.fondoambiente.it

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84353

Endometriosi - che cos'è?

CUNEO - “ ENDO – CHE ? “ Provare per credere: pronunciare la parola «endometriosi», dicono le donne affette da questa patologia, produce spesso una reazione di incertezza, diffidenza e, non di rado, indifferenza, frutto di scarsa conoscenza o totale ignoranza dell'argomento.
L'endometriosi è una malattia subdola, di difficile diagnosi, affligge nel mondo milioni di donne dall'adolescenza in poi, per tutto il periodo della vita mestruale. In genere, benché l'incidenza della patologia si aggiri intorno al 10-15 %, non è nota se non agli operatori sanitari, alle pazienti che la vivono in prima persona o a chi ha un caso in famiglia o tra le proprie conoscenze.
Moltissime donne si trovano a convivere per lungo tempo con un dolore cronico ma non definito, rimandando la visita ginecologica e quindi la scoperta della patologia in media dai 5 ai 10 anni.
Anche se non tutte avvertono disturbi specifici e per una diagnosi definitiva è necessario un intervento chirurgico di laparoscopia in cui è prelevato e analizzato un campione del tessuto dalle lesioni, vi sono campanelli d'allarme che possono indurre a sospettare un'endometriosi. Per esempio dolori molto intensi durante le mestruazioni o a metà ciclo in fase ovulatoria, problemi di infertilità e sterilità, dolore durante i rapporti sessuali o nell'espletare le normali funzioni fisiologiche, dissenteria e/o stitichezza, malessere generale accompagnato da febbricola non spiegabile.
Nonostante le lamentele per un dolore intollerabile, molte donne provano disperazione,confusione e senso di frustrazione per l'incomprensione da parte di famigliari, conoscenti e medici stessi.
Proprio per facilitare occasioni di confronto ed offrire sostegno, è nata in Italia nel 1999 l'Associazione Italiana Endometriosi Onlus: associazione di volontariato costituita da e per donne affette da endometriosi con lo scopo di sostenere le donne nel loro percorso di sofferenza e di diffondere informazioni complete e corrette sulla patologia.
L'associazione da quest'anno è attiva anche in provincia di Cuneo e propone un incontro gratuito e aperto a tutte le persone interessate sabato 22 settembre, a Savigliano, dalle 15:00 alle 18:00, presso i locali della Parrocchia di Sant'Andrea in via Sant'Andrea n° 30.
L'incontro, dal titolo “Endometriosi: un percorso da condividere”, sarà guidato dalla relatrice Giovanna Gariglio, ostetrica che ha maturato negli anni esperienze in varie strutture sanitarie pubbliche e che si occupa dal 1990 di Riabilitazione Perineale.

Per informazioni sulle attività del gruppo di auto-aiuto di Savigliano ci si può rivolgere a:
Bruna tel. 340 2913243
Per qualunque informazione circa l'endometriosi e le attività dell'Associazione, rivolgersi a:

Associazione Italiana Endometriosi Onlus
casella postale 114
20014 Nerviano – MI
tel/fax: 0331.589800
e-mail: info@endoassoc.it
http://www.endoassoc.it

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84252

Unicef: diminuisce la mortalità infantile

Mortalita' infantile in in diminuzione. Per la prima volta il numero di decessi annui dei bambini al di sotto dei 5 anni e' sceso al di sotto dei 10 milioni, attestandosi a 9,7 milioni, il piu' basso dal 1990 quando i morti furono 13 milioni. Ad annunciarlo, in un rapporto pubblicato oggi, l'Unicef rivelando importanti progressi soprattutto in America Latina e nei Caraibi, nell'Europa centro-orientale, nell'est dell'Asia e nei Paesi del Pacifico e in molte zone dell'Africa. ''E un momento storico - afferma il Direttore generale dell'Unicef Ann M. Veneman- sopravvivono piu' bambini oggi che mai prima in passato. Dobbiamo far leva su questo successo sanitario per accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio''. Tra gli Obiettivi del millennio vi e' l'impegno a ridurre di 2/3 la mortalita' infantile tra il 1990 e il 2015, un risultato che salverebbe la vita di altri 5,4 milioni di bambini da oggi al 2015. Non vi e' pero' ragione di compiacersi, avverte il Direttore generale dell'Unicef, infatti, ''la perdita ogni anno di 9,7 milioni di giovani vite e' inaccettabile. La maggior parte di queste morti sono prevenibili e, come dimostrano i recenti progressi, le soluzioni sono sperimentate e collaudate. Sappiamo che la vita dei bambini puo' essere salvata quando abbiano accesso a servizi sanitari integrati, erogati su base comunitaria e sostenuti da un efficace sistema di rinvio a strutture specializzate''.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84445

Stati Uniti: sempre più persone ritardano la pensione

Washington. Dopo le polemiche connesse al nuovo film di Michael Moore, sul sistema sanitario statunitense, l'amministrazione Bush deve fronteggiare l'ennesimo studio realizzato per denunciare l'assenza di un efficace politica interna.Secondo quanto riportato nei giorni scorsi dal Washington Post un americano, tra i 65 ed i 74 anni continua a lavorare; nel 2000 il rapporto era di uno a cinque.Il ritardo sarebbe causato, a detta del giornale e dell'American Community Survey of Social (che ha realizzato la ricerca), da un sistema previdenziale sempre più fragile e dalla mancanza di un'assistenza sanitaria pubblica completa.
Oltre che sulle condizioni dei pensionati l'ACSS ha scoperto poi che il 24% delle famiglie di immigrati, residenti nel paese, non parla l'inglese.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84459

Russia: incentivi per i nuovi nati

L'iniziativa è stata lanciata dall'amministrazione della provincia di Ulyanovsk.Mosca. L'amministrazione della provincia russa di Ulyanovsk, per contrastare la grave crisi demografica di cui soffre ormai da tempo, ha chiesto ai propri cittadini di dedicarsi maggiormente alla procreazione.
L'iniziativa già ribattezzata “Family contact day” prevede, inoltre degli incentivi e delle sovvenzioni (che concretamente potranno essere automobili e frigoriferi) per coloro che avranno un figlio il 12 giugno, giorno in cui si festeggia la Russia.“I giovani – ha dichiarato in una nota il governatore della provincia – dovrebbero procreare e passare più tempo con i figli, comunicando con loro, andando al cinema e spendendo tempo nelle varie attività organizzate dalle città, anche per aiutare la prosperità della regione”.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84466

Petrolio, Crbm: "Stop alle trivelle a Kashagan"

Dopo aver concluso la loro missione sul campo in Kazakistan, la Campagna per la riforma della Banca mondiale (CRBM), Friends of the Earth Europa, Friends of the Earth Francia, CEE Bankwatch e Globus chiedono alla Commissione Europea, al governo italiano e alle istituzioni pubbliche e private coinvolte di condurre una valutazione completa degli impatti ambientali e sociali dello progetto petrolifero di Kashagan, prima di chiudere un nuovo accordo per la ripresa delle operazioni. Accordo per cui in questi giorni si stanno spendendo il nostro esecutivo, le compagnie petrolifere e la stessa Commissione Europea. La missione delle Ong è stata condotta ad Atyrau e nella regione di Mangistau, dove sono state visitate le città di Aktau, Atash, Bautino, Boloshak, Karabatan e Koshanai e le loro vicinanze, tutti luoghi interessati dalle operazioni della Agip Kazakhstan North Caspian Operating Company N.V. (AGIP KCO).In base ai risultati della missione e di precedenti ricerche, le Ong esprimono serie preoccupazioni sulle implicazioni che le attività sul campo possono avere sulla salute delle popolazioni locali e sull'ambiente. Le Ong hanno raccolto prove di come le emissioni e la conservazione dello zolfo legato all'estrazione del petrolio mettano in serio pericolo l'ambiente del Caspio e le comunità direttamente impattate dalle strutture di Kashagan. Nella regione sono già state reinsediate migliaia di persone a causa delle emissioni di anidride solforosa e di altri agenti chimici altamente inquinanti come il mercaptano, elementi che sono presenti in dosi massicce nel petrolio del Caspio del Nord. La conservazione non protetta di grandi quantità di zolfo è ritenuta una delle principali cause delle piogge acide a livello globale.“I governi e le istituzioni che finanziano Kashagan dovrebbero prendere in seria considerazione le minacce che lo sviluppo di questo progetto comportano per migliaia di persone che vivono nella regione del Caspio del Nord” ha affermato Elena Gerebizza della Campagna per la riforma della Banca mondiale, uno dei membri della missione. “Prima di adoperarsi per la conclusione della rinegoziazione in corso del contratto di sfruttamento tra ENI e Kazakistan, il premier Romano Prodi dovrebbe chiedere all'Agip KCO di rendere pubbliche tutte le informazioni disponibili sugli impatti sulla salute e sull'ambiente che il trattamento dei rifiuti, le emissioni e la conservazione dello zolfo avranno sulla popolazione locale e sul fragile ecosistema del Caspio” ha aggiunto la Gerebizza. “Prodi dovrebbe promuovere una valutazione indipendente sugli impatti del progetto prima che a Kashagan siano riaperte le operazioni” ha concluso la Gerebizza.Per Darek Urbaniak, coordinatore delle campagne di Friends of the Earth Europa sull'industria estrattiva “Il commissario per l'Energia della UE sta per andare in Kazakistan per difendere le compagnie petrolifere europee le cui operazioni causano seri impatti ambientali e violano la legge sull'accesso alle informazioni. Non è accettabile che per la Commissione Europea sia più importante la sicurezza energetica dell'UE rispetto alla salute delle persone ed all'ambiente della regione del Caspio”.
Galina Chernova, direttrice della Ong kazaka Globus, ha affermato che le compagnie devono prendere in considerazione i rischi potenziali che questo progetto comporta per la popolazione locale e per l'ambiente, dal momento che i bisogni e le preoccupazioni della gente della regione del Nord del Caspio per adesso sono stati ignorati.
”La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha finanziato lo sviluppo delle infrastrutture della piattaforma di Bautino. Le emissioni di zolfo e di mercaptano derivanti dall'estrazione sottomarina del petrolio e dal trattamento dei rifiuti trasportati a Bautino da Kashagan potrebbe impattare negativamente le migliaia di persone che vivono nella zona” ha dichiarato Manana Kochaldze, coordinatrice regionale di CEE Bankwatch. “La BERS deve smettere di finanziare questo progetto finché non sarà condotta una valutazione indipendente delle conseguenze delle operazioni sulla salute e sull'ambiente” ha aggiunto la Kochladze.Prima dell'inizio della missione, le Ong avevano richiesto un incontro con l'AGIP KCO presso la sua sede ad Atyrau, così da poter acquisire informazioni aggiornate sugli impatti ambientali, sociali e sulla salute delle operazioni della compagnia. Nonostante le Ong abbiano rispettato tutte le procedure richieste dal consorzio, le loro richieste sono state rigettate.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84449

Somalia: 13500 bambini potrebbero morire di fame

Mogadiscio. La fame, secondo l'allarme lanciato dall'Unicef, rischia di uccidere nel centro e nel sud della Somalia almeno 13500 bambini.Secondo quanto dichiarato dal responsabile Onu la zona da sempre considerata il granaio del paese si è impoverita a causa della siccità.“Sono almeno 83.000 i minori che soffrono la fame in queste aree – si legge nella nota ufficiale dell'Onu; di questi 13.500 sono gravemente malnutriti e rischiano di morire”.
Parallelamente alla siccità, lo stato africano deve affrontare l'ennesima emergenza umanitaria. Dallo scorso gennaio, infatti, da Mogadiscio più di un milione di persone hanno lasciato la propria residenza per ricevere l'adeguata assistenza sanitaria. In soli otto mesi il numero di questi sfollati è aumentato del 50%.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84461

mercoledì 12 settembre 2007

GUATEMALA: PRESIDENZIALI AL BALLOTTAGGIO

Si avvia alla conclusione lo spoglio dei voti per le elezioni presidenziali in Guatemala. A meno di 24 ore dalla chiusura dei seggi mancano solo il 5% delle urne per terminare lo scrutinio.I bollettini diffusi questa mattina riportano Álvaro Colom, candidato per il partito Unidad Nacional de la Esperanza (UNE) alla guida con il 28,37% dei voti, seguito da Otto Pérez Molina, candidato del Partido Patriota (PP) votato dal 23,97% dell’elettorato.Ad Alejandro Giammattei, del partito di governo Gran Alianza Nacional (GANA) è andato il 17,12% dei voti mentre Eduardo Suger, del partito Centro de Acción Social (CASA) ha ottenuto il 7,42%. Luis Rabbé del Frente Repubblicano Guatemalteco è stato votato dal 7,19% degli elettori. Il 3.03% dei voti è andato al premio Nobel Rigoberta Menchù, del partito Encuentro por Guatemala (EG).Il Guatemala si avvia così verso il secondo turno delle elezioni, la nuova campagna elettorale si aprirà domani ed il 4 novembre i guatemaltechi saranno nuovamente chiamati alle urne per esprimere la propria preferenza.Si teme che nelle prossime ore la ripresa della campagna elettorale possa dar vita a nuovi momenti di tensione ed agitazione per via della formazione di alleanze che permetteranno a Colom o a Pérez Molina di conquistare la presidenza del paese.I duecento osservatori inviati dalla Organización de Estados Americanos (OEA) per seguire da vicino il procedimento elettorale hanno dichiarato che “durante la votazione non si sono registrati incidenti gravi che potessero pregiudicare lo sviluppo delle votazioni”.Ciò non toglie la preoccupazione manifestata da organizzazioni e movimenti civili per la violenza vissuta nel periodo di campagna elettorale, funestato dall’assassinio di circa 50 attivisti e membri di partiti. Non ci sono dubbi che al termine dei risultati per l’elezione dei sindaci in diverse città si sia scatenata la violenta rappresaglia di alcuni sostenitori di candidati sconfitti. Il caso più brutale si è verificato a San Miguel Tucurú, nel dipartimento di Alta Verapaz, dove si è registrato un assassinio ed il ferimento di altre due persone.

Fonte: http://www.giannimina-latinoamerica.it/visualizzaNotizia.php?idnotizia=87

Gran Bretagna: solo fluent english per diventare cittadini

Londra. Secondo quanto stabilito nei giorni scorsi dal premier britannico Gordon Brown, i cittadini che vorranno lavorare in Gran Bretagna dovranno dimostrare di aver acquisito una buona conoscenza della lingua inglese.Il provvedimento, molto criticato dai conservatori secondo i quali non sarebbe sufficiente per ridurre l'immigrazione, dovrebbe vietare ad almeno 35mila persone l'ingresso nel paese.
Attualmente gli extracomunitari che intendono lavorare nel paese, al loro arrivo, vengono classificati e divisi in tre categorie: altamente qualificati, qualificati e non qualificati; ad oggi solo coloro che appartengono alle prime due sezioni possono aspirare a diventare cittadini.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84312

Usa: 7300 traumi da zainetto "certificati" per gli studenti

Ben 7.300 lesioni riportate dai bimbi per zaini scolastici troppo pesanti sono state tratte, nel 2006, nei pronto soccorso degli Stati Uniti. Distorsioni e strappi muscolari i problemi piu' comuni. Lo riferisce la Consumer Product Safety Commission. "Visitiamo numerosi bambini durante l'anno scolastico che soffrono di mal di schiena - afferma Robert Bruce, ortopedico pediatrico della Emory School of Medicine - Molti di loro accusano i pesanti zainetti pieni di libri, attribuendogli la colpa del malessere". L'American Occupational Therapy Association afferma che i bambini non dovrebbero portare in spalla piu' del 15% del loro peso corporeo. Quando lo zaino supera questo valore, le conseguenze sono formicolii, intorpidimento e segni rossi sulle spalle. Lo specialista consiglia ai suoi pazienti di portare zaini ergonomici. "Penso che gli zaini con le rotelle - continua Bruce - rappresentino la soluzione migliore, anche per i piu' piccoli. Inoltre le cinghie piu' larghe sulle spalle e quelle alla vita aiutano a distribuire meglio il peso".

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84390

Congo, nuovi scontri: 50mila persone in fuga

Da Goma - 9 settembre, Edoardo Tagliani

Cinquantamila persone in fuga. Questo il bilancio provvisorio dell'ennesima guerra del Kivu, nell'Est della Repubblica Democratica del Congo, area nella quale Avsi è presente ininterrottamente dal 2001 con diversi progetti in sostegno della popolazione. L'intera zona, ufficialmente pacificata nel 2003 dopo quasi 10 anni di conflitto, non ha mai cessato di essere teatro di un'estenuante guerriglia tra forze regolari e ribelli. Dopo quasi sei mesi di relativa calma durante i quali gli scontri erano localizzati e sporadici, la ripresa del conflitto tra ribelli ed esercito regolare fa data dallo scorso lunedì 27 agosto.
Lo staff di Avsi si è trovato costretto ad evacuare 45 persone (muratori, carpentieri e manovali) che stavano lavorando a quattro cantieri per la ristrutturazione di diverse scuole nei pressi di Masisi. Un'altra quindicina di persone, tra formatori di insegnanti ed assistenti sociali, che lavorano per Avsi al progetto di sostegno a distanza, sono stati riportati a Goma, città capoluogo del Nord Kivu, da diverse zone periferiche come Mweso, Kitshanga, Rutshuru, Jomba, Karambi. Tutti luoghi dove, purtroppo, negli ultimi 15 giorni si sono verificati scontri a fuoco. Al momento, l'equipe Avsi sta cercando di monitorare costantemente la situazione e di organizzare una risposta adeguata che potrà avere luogo non appena gli scontri si calmeranno e sarà possibile uscire dai confini della città di Goma senza eccessivi rischi per il personale. Nel contempo, è stata avanzata anche una proposta a Unicef , partner di Avsi in Congo, per la creazione di squadre mobili per la formazione e l'assistenza psicosociale agli insegnanti e ai bambini vittime dei conflitti.
I soldati della Fardc (esercito nazionale) e quelli agli ordini del generale Laurent Nkunda, erano stati i protagonisti dell'ennesimo tentativo di unificazione dell'armata. Attraverso un processo chiamato ‘mixage', le differenti anime della guerriglia congolese si erano raggruppate sotto un'unica bandiera. Tale tentativo è però fallito drasticamente proprio a fine agosto, quando i miliziani di Nkunda hanno abbandonato le nuove brigate ‘miste'. Il via alle ostilità l'ha dato un razzo anticarro che ha centrato un'auto della scorta di un ufficiale delle forze governative. Lo scorso lunedì 3 settembre, che per inciso avrebbe anche dovuto essere il primo giorno di scuola per gli oltre 500.000 studenti della Provincia, la situazione è drasticamente precipitata, dopo sette giorni segnati da azioni di disturbo nei territori di Rutshuru e Masisi e da forti scontri in alcuni villaggi ad Ovest di Goma.
Tutto intorno alla città si sono aperti diversi fronti di combattimento che hanno obbligato più di 50.000 persone a fuggire verso zone considerate sicure. Alcuni hanno guadagnato la periferia di Goma, altri, tagliati fuori dalle linee di fronte, sono stati costretti a ripiegare in foresta. Le stime più prudenti prevedono l'aumento del numero di fuggitivi sino a 320.000 persone che, nelle prossime settimane, cercheranno di scappare dalle zone di guerra. Come sempre, la situazione resta volatile ed imprevedibile. Nelle scorse ore (venerdì 7 settembre) i Caschi Blu delle Nazioni Unite sono riusciti ad ottenere una tregua momentanea arrestando l'avanzata dei ribelli su Goma. Gli uomini di Nkunda, infatti, come storicamente accade senza troppe eccezioni, stavano avendo la meglio sull'esercito regolare, male armato, peggio addestrato e perennemente affamato. Questo non significa però che le Nazioni Unite considerino terminata la partita, tanto che quasi tutte le truppe del Palazzo di Vetro sono rientrate in città per organizzare una perimetro di protezione. Inoltre, le agenzie Onu (Unicef, Pam, Fao) hanno diramato comunicati in cui consigliano di evitare spostamenti fuori città e di ridurre quelli interni dopo il tramonto.
Accanto al bollettino di guerra, esistono numeri e dati drammatici che riguardano la situazione d'emergenza in cui si trovano decine di migliaia di persone. Non solo l'esplosione della guerra ha coinciso con l'inizio del nuovo anno scolastico, ma anche con i primi giorni della stagione delle piogge. Ciò significa due cose: la prima è che coloro i quali non sono riusciti ad arrivare alla periferia di Goma, ma sono scappati in foresta, si troveranno a fare i conti con situazioni climatiche proibitive. La seconda è che se non potranno tornare a breve nei loro villaggi, non potranno coltivare i loro campi (spesso unica fonte di sussistenza) perché perderanno il periodo di semina.
Appena fuori Goma, le agenzie Onu e le Ong stanno organizzando un campo per dare riparo ad una parte delle persone in fuga. E' una pessima notizia: negli ultimi quattro anni, gli episodi di guerriglia non sono mancati, ma non erano più stati attrezzati campi d'accoglienza predisposti per il medio periodo (latrine, punti per la distribuzione dell'acqua, posti letto e scuole allestite in legno e plastica). E' il segno che, probabilmente, il rientro delle famiglie alle loro case non sarà immediato. Ad aggiungere preoccupazione a un quadro già di per sé sconfortante, pesano notizie che arrivano dai piccoli centri ospedalieri sparsi sulle colline. In tre di questi sono stati segnalati episodi di violenza etnica che non si verificavano da tempo. Al dispensario medico di Masisi, per esempio, sono state ricoverate due donne alle quali sono state amputate entrambe le mani a colpi di machete. Inevitabile ascoltare terribili eco delle guerre che in passato seppero devastare l'area dei Grandi Laghi.
Tutte le famiglie con cui Avsi lavora da anni, sanno che questo è un brutto momento come tanti altri brutti momenti che hanno già dovuto affrontare. E forse non sarà l'ultimo. Sanno che non c'è modo di evitarlo o di fuggire. Ma sanno anche che non sono soli e che, non appena possibile, Avsi tornerà a fare ciò che stavano facendo prima della guerra. E se sarà necessario ricominciare da capo, da capo si ricomincerà. Insieme. Come al solito.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84332

Semestrale da record per Banca Popolare di Ravenna

Una crescita che va oltre ogni aspettativa emerge dai dati approvati nei giorni scorsi dal Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Ravenna.Sotto la guida del nuovo Direttore Generale Dott. Piergiorgio Giuliani l'utile del primo semestre è cresciuto rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso del 66%, passando da 9,8 milioni di Euro a 16,3 milioni di Euro.Questo risultato deriva da una crescita organica di tutte le principali voci di bilancio:- raccolta diretta + 12%; - impieghi alla clientela +12,17%; - margine di interesse + 22,42%; - margine di intermediazione + 30,34% I numeri si commentano da soli ed i risultati, a dir poco eccezionali, confermano la validità delle scelte e delle strategie intraprese dall'Istituto ravennate per il quale l'anno in corso è stato denso di cambiamenti ed innovazioni. “Non dobbiamo dimenticare chi siamo ma neppure chi vogliamo essere” sottolinea il Direttore Generale Dott.Giuliani, “ e i risultati che abbiamo raggiunto sono il frutto del lavoro di tutti i colleghi, senza l'uso di facili scorciatoie come i mutui a rischio di cui si parla in questi giorni o la vendita di derivati speculativi. Noi questi prodotti non li vendiamo ai nostri clienti, ed è per questo che abbiamo un ottimo rapporto di fiducia con loro. A conferma di questo già oltre tremila clienti sono stati premiati per averci presentato ai loro amici facendoli diventare nostri clienti. Dinamismo e capacità di cogliere le opportunità hanno fatto sì che negli ultimi anni la Banca Popolare di Ravenna abbia continuato a crescere. Abbiamo potenziato la nostra presenza nella città di nascita e continueremo nei prossimi mesi portandoci nel padovano con l'apertura delle filiali di Abano Terme, Padova Est e Rubano”.È già in fase di avanzata realizzazione il progetto “Private” per la gestione dei bisogni della clientela primaria che prevede assistenti personali, sale di attesa riservate e prodotti creati ad hoc.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84355

Italia: è ancora boom dell'industria delle armi

Boom della produzione di armi e sistema d'arma in Italia nei primi sei mesi del 2007: mentre il resto della produzione metalmeccanica rallenta segnando nel periodo un progresso del 2,7%, le ''armi e i sistemi d'arma'' - secondo l'ultima indagine congiunturale della Federmeccanica - segnano una crescita dell'11,3%. Il comparto che occupa circa 4.000 addetti e' all'interno delle ''macchine e apparecchi meccanici'' che ha segnato un avanzamento tendenziale nel semestre del 4,4%. Il settore dei sistemi d'arma che lavora per la gran parte su commessa quindi prevede di aumentare in maniera consistente le vendite. Se cresce il comparto della metallurgia (+4,8% tendenziale nel semestre) e quello dei prodotti in metallo (+4,4%) fa un passo indietro (-0,2%) quello delle macchine e apparecchi elettrici (-0,2%) e degli apparecchi televisivi e telecomunicazioni (-8,3%). In caduta libera e' invece il settore delle macchine per ufficio, elaboratori e sistemi informatici (-33,7% tendenziale nel secondo trimestre 2007) che si collocano su livelli di produzione inferiori al 10% di quelli del 2000. Per gli autoveicoli e rimorchi la produzione nei primi sei mesi e' cresciuta dell'1,1% mentre quella degli ''altri mezzi di trasporto'' e' aumentata dell'1,9% soprattutto grazie al boom della produzione di ''aeromobili e veicoli spaziali'' (+7,3%) e del materiale rotabile e ferrotranviario (+3,1%). Primo semestre 2007 tendenziale - Produzione metalmeccanica +2,7% - Metallurgia +4,8% - Prodotti in metallo +4,4% - Macchine e apparecchi meccanici +4,4% di cui armi e sistemi arma +11,3% - Macchine e apparecchi elettrici -0,2% - Apparecchi tv e telecomunicazioni -8,3% - Apparecchi medicali -0,8% - Autoveicoli e rimorchi +1,1% - Altri mezzi trasporto +1,9%.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84379

lunedì 10 settembre 2007

Le stampanti laser inquinanti

Un laboratorio dell’università del Queensland, che si dedica a studi sulla qualità dell’aria, ha da poco pubblicato un bollettino molto interessante sulle emissioni delle stampanti laser da ufficio.
La maggior parte di questi prodotti, seppure d’aspetto innocuo, emette quantità considerevoli di nanoparticelle. Quando viene avviata la procedura di stampa, la concentrazione di polveri nell’aria aumenta sensibilmente passando da 350 particelle/centimetro cubo a 14000 part/cc.

A ciò si deve aggiungere che quando la stampante finisce il suo lavoro, la concentrazione di particelle dell’aria non diminuisce drasticamente ma si riduce di norma dopo un’ora circa, periodo nel quale la sporcizia presente è respirabile da qualsiasi persona.
Il dito è puntato non sui produttori ma sui singoli modelli, questo è quanto risulta dai test: su 30 stampanti HP, 12 risultano inquinanti e 18 no.Quindi occhio alle tabelle riportate dallo studio e, comunque, meglio tenere la stampante in un ambiente ben areato e non essere nei paraggi mentre è a lavoro.

Fonte: http://www.onehardware.it/07/09/2007/le-stampanti-laser-inquinanti/

sabato 8 settembre 2007

GUATEMALA: DOMANI ALLE URNE

Domenica 9 settembre saranno circa 6 milioni i guatemaltechi chiamati alle urne per eleggere il Presidente della Repubblica che dirigerà il paese per i prossimi 4 anni, al posto dell’attuale presidenza di Óscar Berger. Saranno anche eletti il vicepresidente, 158 deputati, 332 sindaci e giunte comunali. Probabilmente per sapere il nome del presidente si dovrà aspettare il ballottaggio, stabilito per il giorno 4 novembre.Il periodo di campagna elettorale è stato purtroppo funestato da numerosi episodi di violenza, spesso culminati con la morte dei minacciati. Gli ultimi due casi risalgono al 6 settembre, giorno dell’assassinio di Wenceslao Ayapan ed Esmeralda Huyu, membri del partito Encuentro Por Guatemala (EG) che candida alle presidenziali il premio Nobel per la Pace Rigoberta Menchú.Da un veicolo in corsa sono stati esplosi alcuni colpi di arma da fuoco contro i due candidati locali di EG, impegnati nella propaganda nei pressi di San Raymundo, a circa 30 chilometri dalla capitale. Dall’inizio della campagna elettorale sono ormai sette i candidati di EG che hanno trovato la morte, secondo quanto ha denunciato alla stampa Nineth Montenegro, dirigente del partito.Questo dato si somma a quanto riportato dall’Osservatore Elettorale, ente che raggruppa diverse organizzazioni civili, che da maggio a settembre ha registrato un totale di 50 vittime tra candidati, attivisti e familiari dei membri dei diversi partiti. Oltre alle morti per assassinio, nei primi giorni di settembre la Piattaforma Agraria, che riunisce diverse organizzazioni indigene e contadine, ha denunciato che i partiti di destra Gran Alianza Nacional (GANA) e Frente Repubblicano Guatemalteco (FRG) starebbero offrendo favori agli elettori in cambio (...) del voto.Nonostante questi sconcertanti dati il presidente uscente Óscar Berger ha affermato che la campagna elettorale si sta svolgendo “senza sussulti” e nega che, per il Guatemala, questi mesi si stiano rivelando il periodo di maggior violenza dal 1985.Le dichiarazioni di Berger contrastano con l’andamento dell’intero suo mandato: stando infatti a dati e fonti ufficiali nel corso della sua amministrazione sono state uccise più di 17 mila persone e si è registrata una media di 16 crimini al giorno.Il raggiungimento di tali livelli di violenza può essere messo in relazione con la proliferazione di gruppi clandestini legati al crimine organizzato e al narcotraffico. Queste bande hanno ormai assunto un controllo che supera quello delle istituzioni governative in diverse zone interne del paese. Stando all’analisi di molti politologi il crimine organizzato sta influenzando pesantemente l’andamento di queste elezioni, è per questo che la campagna elettorale è stata oggetto di una violenza così efferata.

Fonte: http://www.giannimina-latinoamerica.it/visualizzaNotizia.php?idnotizia=86

venerdì 7 settembre 2007

Birmania: monaci sequestrano 20 agenti di polizia

Rivolta al monastero di Pakokku


All'indomani degli scontri di piazza a Pakokku, nella Birmania centrale, dove la polizia ha disperso a colpi di arma da fuoco circa 400 monaci buddisti che manifestavano contro il governo, una ventina di agenti che erano andati a scusarsi sono stati sequestrati all'interno del monastero e le loro auto date alle fiamme. Centinaia di persone si sono radunate di fronte all'ingresso del monastero per applaudire il gesto dei monaci.
Le manifestazioni di protesta sono scattate nella capitale Yangon e in altre citta' perche' il 15 agosto scorso la giunta militare che governa con il pugno di ferro il Myanmar ha raddoppiato i prezzi del carburante. Diversi manifestanti sono stati arrestati dal regime militare, definito "tirannico" ieri dal presidente americano George Bush che, a Sydney per partecipare al forum economico Apec, ha esortato i leader dei paesi dell'Asia e del Pacifico a condannare anche la continua detenzione della leader democratica Aung San Suu Kyi.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84233

Stati Uniti: nuovo No al protocollo di Kyoto

L'amministrazione conta di ridurre i gas serra secondo i propri parametri

Washington. Il Governo Bush, malgrado gli impegni presi con l'Organizzazione delle Nazioni Unite, ha ufficializzato a Vienna l'intenzione di non aderire al programma per ridurre il riscaldamento globale stilato a Kyoto dieci anni fa.Secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi dal “negoziatore sul clima” statunitense Harlan Watson, l'amministrazione istituirà un programma nazionale grazie al quale le emissioni di gas serra del 18% entro il 2012.Quanto stabilito, secondo alcune organizzazioni ambientaliste locali, rappresenta solo il rifiuto a cooperare con gli altri governi.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=84251

venerdì 10 agosto 2007

Aiuti dell'Unicef in Bangladesh

Aiuti per un valore d'oltre 3,6 milioni di dollari stanno venendo distribuiti dall'Unicef in stretta collaborazione con il Governo del Bangladesh e le ong partner per migliorare le condizioni igienico-sanitarie, nutrizionali e le forniture idriche a beneficio dei bambini e delle famiglie colpite dalle alluvioni. Parte degli aiuti, per un valore di circa 1,8 milioni di dollari, erano già stoccati nel paese nel quadro dei programmi di prevenzione e risposta alle emergenze.
Per le centinaia di migliaia di sfollati delle aree alluvionate accampati su strade o altopiani acqua potabile, cibo, prodotti igienici e ripari d'emergenza costituiscono gli aiuti più urgenti. Donne e bambini sopportano le conseguenze maggiori della crisi, soffrendo a causa di fame, malnutrizione e mancanza di protezione e sicurezza. I rapporti a disposizione indicano oltre 117 morti per annegamento, la maggior parte delle quali sono bambini.
Grazie alla grande disponibilità di sali per la reidratazione orale, la diarrea acuta non ha per ora causato alcun decesso, benché i casi registrati siano oltre 15mila; i 10 depuratori mobili procurati nei giorni scorsi dall'Unicef sono ora tutti in funzione e a pieno regime, fornendo ciascuno oltre 2mila litri d'acqua potabile l'ora. L'acqua resa potabile dai depuratori mobili sta venendo utilizzata non solo per approvvigionare la popolazione dei centri urbani, ma viene anche trasportata nelle aree ancora invase dalle acque stagnanti, dove è in corso la distribuzione di circa 15 milioni di compresse a base di cloro per la potabilizzazione delle scorte idriche.
L'esperienza maturata durante l'emergenza prodotta dalle alluvioni del 2004 ha reso in grado l'UNICEF di lanciare una risposta immediata - in stretta collaborazione con il Ministero della Sanità, il Ministero della Famiglia, il Dipartimento della Salute Pubblica e le Ong partner - utilizzando gli aiuti già stoccati nel paese. Gli aiuti finora distribuiti a donne e bambini nei distretti di Sirajgonj e Tangail comprendono 1.000 kit familiari contenenti generi di prima necessità; 22.000 teli impermeabili per allestire ripari d'emergenza; 63,7 tonnellate di biscotti proteici BP5 e 200.000 bustine di soluzioni saline.

È possibile sostenere l'azione dell'Unicef a favore dei bambini vittime delle alluvioni in Asia con un versamento tramite: cc postale n. 745.000, intestato a Unicef Italia; cc bancario n. 000000510051, intestato a Unicef Italia, Banca Popolare Etica, CIN R, ABI 05018, CAB 03200, carta di credito, su www.unicef.it e telefonando al Numero Verde UNICEF 800-745.000

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83822

Usa: evangelici sempre più verdi e ambientalisti

Sta veramente cambiando il vento negli Stati Uniti sul riscaldamento globale, se gli evangelici si scoprono sempre piu' 'verdi' ed ambientalisti. "Ho pregato e Dio mi ha rivelato una passione per il creato" ha spiegato al Washington Post Denise Kirsop che dopo la sua conversione ambientalista ha venduto l'auto sportiva per comprarne una ibrida per ridurre le emissioni di gas serra ed ha cominciato a fare la raccolta differenziata a casa e nella sua chiesa di Longwood in Florida. Ad animare questo nuovo ambientalismo cristiano, pastori come Joel Hunter, che si e' spostato su posizioni opposte a quelle della tradizionale della destra cristiana zoccolo duro del partito repubblicano, predicando in cinque chiese diverse della Florida centrale, in tutto 7mila fedeli compresi altri 3mila collegati via Internet, la necessita' di salvare il pianeta.
"Credo che questa sia una di quelle questioni su cui la chiesa deve prendere la leadership, come i diritti civili" spiega il 59enne pastore, che e' andato anche al Congresso per parlare con i rappresentanti dell'ambiente.il numero crescente di pastori evangelici diventati 'ambientalisti rinati', parafrasando la formula 'reborn cristian', e' il frutto anche di diversi anni di sforzi da parte delle chiese evangeliche britanniche per catechizzare le 'sorelle' americane. "Gli Stati Uniti sono cruciali per il cambiamento climatico" afferma Sir John Houghton, 75enne scienziato dell'atmosfera e fervente evangelico che nel 2006 e' riuscito finanche a far incontrare Hunter ed altri pastori americani al Castello di Windosr con il principe Carlo, noto paladino dell'ambiente e dell'agricoltura biologica. Ma hanno avuto risultati anche campagne preparate a tavolino da associazioni ambientaliste americane che hanno deciso di cercare di influenzare il main stream politico repubblicano proprio partendo dal suo zoccolo duro elettorale, la destra cristiana.
"Quale gruppo di persone ha un'enorme influenza specialmente sul partito repubblicano? Gli evangelici della destra cristiana" spiega Peter Seligmann, direttore del Conservation International, gruppo che si batte per la tutela delle specie terrestri e marine in tutto il mondo, ricordando che questo gruppo ha costituito il 24 per cento degli elettori nel 2004 e nel 2006. Putroppo a Seligman e' capitato anche di puntare "sul cavallo sbagliato", come quando , su consiglio di Tom Brokaw, l'ex anchorman dell'Nbc che fa parte del board dell'associazione, e' andato a Colorado Spring per parlare di ambientalismo con Ted Haggard, l'allora presidente del National Association of Evangelicals che nel 2006 e' stato travolto da uno scandalo per aver nascosto una relazione omossesuale. Ha avuto invece piu' successo nel nominare Ben Campell, un esperto di agricoltura diventato evangelico, 'ambasciatore' della sua associazione con la destra cristiana.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83777

giovedì 2 agosto 2007

Argentina, denunciate 5 grandi marche per lavoro nero

Sono le firme di abbigliamento sportivo Puma, Le Coq Sportif, Topper, Arena e Bensimon. La pratica scoperta dalla Prefettura di Buenos Aires

Vendevano materiale prodotto dalllo sfruttamento irregolare di lavoratori provenienti dal Perù e dalla Bolivia. Questa l'accusa con cui la Prefettura della capitale argentina Buenos Aires ha denunciato penalmente cinque grandi marche leader nell'abbigliamento sportivo.
Le marche inciriminate sono Puma, Bensimon, Le Coq Sportif, Topper y Arena. La loro colpa è quella di far produrre i loro capi di vestiario in laboratori tessili clandestini, in cui lavoravano in nero decine di immigrati senza documenti provenienti dai due paesi andini.
"Il personale veniva fatto lavorare fino a 15 ore al giorno e alcuni di loro non avevano ancora ricevuto nessuno stipendio", dice il sottosegretario del Lavoro di Buenos Aires, Ariel Lieutier, Anche il ministro dell'Industria della capitale argentina, Enrique Rodríguez, accusa le cinque multinazionali: "Finalmente è venuta alla luce una cosa già risaputa, che le grandi marche traggono beneficio dal lavoro nero e dallo sfruttamento di immigrati".

Turchia: Corte Europea condanna Ankara per torture

La Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo ha condannato la Turchia per aver torturato con percosse sulla pianta dei piedi, la cosiddetta pratica della falaka, un detenuto che aveva protestato contro la severita' delle carceri turche e per aver inflitto simili pratiche ad alcuni curdi sospettati di essere membri Pkk, il Partito dei lavoratori curdi inserito nella lista nera delle organizzazioni terroristiche. Sabri Diri, incarcerato nel 2000 in una prigione di massima sicurezza di Istanbul perche' appartenente ad un'organizzazione criminale, aveva partecipato ad una serie di scioperi della fame organizzati contro le durissime regole del penitenziario. Le manifestazioni di protesta furono immediatamente represse nel sangue dalle autorita' carcerarie. Una serie di esami commissionati dalla stessa Corte di Strasburgo ha consentito di provare l'esistenza di traumi riconducibili alla falaka, una pratica che Ankara aveva negato o comunque ricondotto ad altre cause. Nella sentenza pronunciata oggi, la Corte Ue ha concluso che Diri e' stato torturato "intenzionalmente con lo scopo di punirlo e di annullare la sua resistenza fisica e morale nei confronti delle autorita' del penitenziario". L'ex prigioniero, attualmente residente in Svizzera, ha diritto ad un indennizzo pari a 15mila euro per danni morali.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83527

Acque: 119 i pesticidi presenti in fiumi, laghi e falde

E' quanto emerge dal Rapporto sul piano nazionale di monitoraggio delle acquee interne non potabili, superciali e sotterranee, relativo al triennio 2003/2005 dell'Apat, l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e i servizi tecnici, presentato questa mattina. Ben 119 sono infatti i tipi diversi di pesticidi rinvenuti, di questi 112 sono stati rintracciati nelle acque superficiali, 48 in quelle sotterranee. Nel 2005 i controlli hanno riguardato 3.574 punti di monitoraggio e 10.570 campioni, per complessive 282.774 misure analitiche. Nelle acque superficiali, spiega il Rapporto, e' stata riscontrata la presenza di residui in 485 punti di monitoraggio (47% del totale), nel 27,9% dei casi con concentrazioni superiori al limite stabilito per le acque potabili. Nelle acque sotterranee sono risultati contaminati 630 punti di monitoraggio (24,8% del totale), nel 7,7% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti di potabilita'. Questi alcuni dei dati piu' significativi esposti nel corso della conferenza.
L'Apat ha sottolineato che, a fronte di un consumo annuo di pesticidi di 150mila tonnellate con circa 400 principi attivi utilizzati, varie sono le maggiori criticita' sul territorio nazionale, tra cui "la contaminazione da terbutilazina diffusa in tutta l'area padano-veneta ed evidenziata anche in alcune regioni del centro sud: e' risultata presente nel 51,5% dei punti di campionamento delle acque superficiali e nel 16,15 di quelli delle acquee sotterranee". La ricerca ha rilevato che "ancora diffusa, a distanza di un ventennio dal divieto, e' la presenza di atrazina, residuo di una contaminazione storica imputabile al forte utilizzo fatto in passato". Segnalate anche specificita' legate al territorio di alcuni pesticidi, come la contaminazione da bentazone, erbicida utilizzato nelle risaie e quindi presente soprattutto in Piemonte e nella zona sud-ovest della Lombardia. I dati del rapporto non fanno pero' riferimento a tutte le regioni italiane, in quanto alcune di esse non hanno effettuato analisi accurate e mirate.
L'Apat fa pero' sapere di aver fornito un metodo omogeneo, segnalando anche le sostanze da ricercare, secondo l'accordo Stato-Regioni che nel 2003 ha affidato all'Apat il coordinamento del monitoraggio. "Non abbiamo avuto una risposta uniforme da parte delle regioni - ha dichiarato Pietro Paris, responsabile dell'unita' che coordina il monitoraggio - alcune come il Piemonte, la Lombardia, l'Emilia Romagna, la Sicilia, il Lazio, le Marche, l'Abruzzo e la provincia di trento ci hanno trasmesso il loro piano. Altre, come la Basilicata, ci hanno fornito dati relativi al 2006 e quindi per il prossimo rapporto. Altre ancora, come Campania, Umbria e Veneto, non hanno un piano in senso formale ma hanno effettuato indagini mirate".
"Fornire dati seri serve alle istituzioni per modificare le proprie politiche ambientali e ai cittadini affinche' rivedano i propri stili di vita. Stiamo proseguendo con questi studi per fornire nel prossimo futuro il secondo rapporto", ha affermato Giancarlo Viglione, commissario straordinario dell'Apat. "Essendo questo il primo studio e non avendo quindi dati di riferimento non possiamo parlare di una tendenza. Non sembra una situazione allarmante ma da tenere sotto controllo: non si tratta di acqua potabile ma di acque che comunque possono interessare le falde", ha aggiunto Roberto Mezzanotte, direttore del Dipartimento Nucleare, Rischio tecnologico e industriale dell'Apat.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83526

Uccidono i gorilla per scacciare gli ambientalisti

In Congo, nel Virunga National Park al confine con l’Uganda, continuano a venir ritrovato gorilla morti ammazzati.Gorilla presi a fucilate e lasciati sul posto apposta perché vengano ritrovati dai guardiaparco.
I gorilla venivano uccisi da anni per farne souvenir di dubbio gusto (posacenere con le mani e altro…) ma quelli trovati di recente sono integri, non sono stati quindi uccisi da bracconieri.

I 7 gorilla morti da gennaio ad oggi appartenevano tutti allo stesso gruppo familiare, noto ai turisti e ai ricercatori come “la famiglia Rugendo”. Si pensa che lo scopo delle uccisioni sia spostare il turismo, gli studi e i controlli da quella zona, per favorire il traffico del carbone o altri loschi affari, ora “disturbati” dalla presenza dei gorilla.
Nella Repubblica Democratica del Congo i gorilla hanno passato tempi difficili, sia per le folle di minatori-schiavi che andavano ad estrarre il coltan (indispensabile per i telefonini) e che integravano la dieta con carne di gorilla, sia per via della deforestazione.
Le visite guidate nella foresta, per portare turisti e ricercatori vicino ai gorilla, sono scortate da guardiaparco armati.

Fonte: http://www.ecoblog.it/post/uccidono-i-gorilla-per-scacciare-gli-ambientalisti

Migrazioni e barriere in Messico

Tra Messico e Stati Uniti c’è un deserto e migliaia di persone che cercano (talvolta illegalmente) di attraversarlo. Gli USA vogliono costruire un muro per impedire ai messicani di espatriare, ma il governo messicano protesta per le ricadute ecologiche della barriera.
Nel deserto gli animali si spostano, anche di molti chilometri, in cerca di acqua e cibo. Un muro invalicabile alle persone sarebbe una barriera invalicabile anche per molte specie di animali, come ocelot e orsi, le cui popolazioni verrebbero separate artificialmente in sottogruppi con minori possibilità di riproduzione.
Stiamo parlando di 1250 km di barriera metallica, alta 3 metri, fortemente illuminata, dotata di allarmi, sensori e radar che disturberebbero anche le specie notturne.

Il ministro messicano per l’ambiente, Juan Rafael Elvira, ha dichiarato che il Messico è pronto a portare gli USA davanti ad una corte internazionale se, prima di costruire il muro, non verranno prese in considerazione delle alternative ecologiche. Alcune delle alternative sono barriere “permeabili” agli animali ma non alle persone, ad esempio fatte da cactus o l’istituzione di corridoi ecologici.
Pare che per gli USA il problema maggiore siano i milioni di clandestini che sono riusciti a passare, piuttosto che gli animali che verrebbero limitati nei loro spostamenti. Pare che su quel confine i morti umani siano davvero tanti.

Fonte: http://www.ecoblog.it/post/migrazioni-e-barriere-in-messico

giovedì 26 luglio 2007

Caserta. I beni confiscati alla camorra diventano una biofattoria didattica

Il comune di Castelvolturno ha aperto la procedura di affidamento dei lavori di riutilizzo della tenuta, sottratta alla camorra, denominata “Ex zaza”. Questo provvedimento rientra nella convenzione operativa per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle organizzazioni camorristiche sottoscritta a Napoli tra il Ministero dell’Interno, la Regione Campania e undici Comuni campani. La particolarità dell’ iniziativa di Castelvolturno sta nell’obiettivo di utilizzare la tenuta per far sorgere una fattoria didattica destinata all’accoglienza di piccoli pazienti portatori di handicap fisici e mentali utilizzando esclusivamente metodi biologici sia per l’allevamento che per le coltivazioni e le trasformazioni dei prodotti coltivati. Sui 46mila e cinquecento metri quadrati, destinati ad uso agricolo sorgeranno, entro diciotto mesi, un centro di recupero delle tradizioni agricole, medico-terapeutiche ed energetico-impiantistic he. Saranno realizzati un ambulatorio veterinario attrezzato anche per piccoli interventi chirurgici ed analisi che sarà dotato di impianti per la produzione di energia solare, officine e depositi, un’officina meccanica per le macchine e gli automezzi necessari alla fattoria, depositi, fienili e box per cani necessari alla cosiddetta “pet-therapy”. La struttura sarà dotata anche di un percorso per passeggiate a cavallo ed ippoterapia ed un point polifunzionale adatto ad ospitare le attività didattiche, la ristorazione, un’area per l’allevamento degli struzzi ed una per il pascolo dei bovini. È previsto inoltre un impianto per lo sfruttamento energetico di rifiuti organici e vegetali e un impianto per la produzione di biogas in linea con gli orientamenti internazionali e con il protocollo di Kyoto. (www.pupia.tv/campania)

Non profit Usa lancia il computer da 350 dollari

Arriverà sotto l'albero di Natale il computer low cost. Questa la previsione di Mary Lou Jepsen, manager della Fondazione "One Laptop per child", un'organizzazione no profit che progetta computer a basso costo per bambini poveri e che potrebbe iniziare a vendere sul mercato dei portatili al prezzo di 350 dollari entro Natale.
La fondazione ha mantenuto bassi i costi sviluppando una propria tecnologia, incluso il display, e usando microprocessori, relativamente poco costosi, di Advanced Micro Devices.
Utilizza inoltre il software gratuito Linux, risparmiando il costo per l'uso del sistema operativo Windows di Microsoft.
Designato per i paesi di Asia, Africa e America Latina, il computer è resistente all'acqua e ha uno schermo ad alta risoluzione su cui si può leggere anche sotto la luce diretta del sole. La batteria può durare 12 ore con una sola carica. La batteria può essere ricaricata a manovella.

Maggiori informazioni:http://laptop.org/

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83241

Costa D'Avorio: abusi militari Onu/approfondimento

«Raccomandiamo di rafforzare la denuncia presso le autorità civili e militari dell'Onuci (la missione delle Nazioni Unite in Costa D'avorio - ndr) circa gli abusi sui bambini compiuti da personale civile e militare. Preghiamo di rinforzare le inchieste libere e indipendenti e rinforzare le sanzioni a riguardo degli autori di abusi. Chiediamo di rinforzare le sanzioni sull'uso della droga del personale civile e militare e della distribuzione che essi ne fanno ai ragazzi minori».
Sono tre delle dieci raccomandazioni contenute in un rapporto dal titolo «Protezione dei bambini coinvolti nel conflitto nella zona di Bouake 2005. Prevenzione, smobilitazione, reinserimento dei bambini associati ai gruppi armati». A mostrarcelo è padre Dino Dussin, un missionario del Pime che vive in Costa D'Avorio. Lo avevano presentato all'Unicef i responsabili di tre isituti religiosi che lavoravano a un progetto avviato proprio dall'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia nel luglio 2003, sei mesi dopo lo scoppio della guerra civile in Costa D'Avorio. I tre istituti nel 2005 avevano denunciato gli abusi nei confronti dei minori compiuti dai soldati marocchini del contingente Onu.
Le nazioni Unite hanno annunciato di aver sospeso il contingente militare del Marocco che partecipava alla missione di peackeeping in Costa d'Avorio, mentre è in corso un'inchiesta su un presunto e vasto fenomeno di abusi sessuali.
«Nel 2003 l'Unicef ha avviato a Bouake un programma di riabilitazione per i bambini-soldato e le bambine vittime di abusi» racconta padre Dussin. «Dopo un anno l'Unicef si è ritirato e il progetto è stato continuato da una cooperativa formata da tre istituti religiosi: i sacerdoti di San Vincenzo e le suore della dottrina cristiana, entrambi francesi, e dall'istituto italiano delle suore di Gorizia. Questi istituti, con il supporto del Pime, hanno fatto appello alla Conferenza episcopale italiana, che ha rifinanziato il programma per altri tre anni con i fondi dell'8 per mille. Fin dall'inizio questi religiosi sono entrati in contatto con minori che hanno subito abusi da parte dei soldati. In città esistono diversi campi dei ribelli, che hanno occupato le caserme, la stazione dei vigili del fuoco, le gendarmerie».
«Esistono tre campi di militari francesi e un grande accampamento dei militari dell'Onuci fuori dalla città sulla strada che porta ad Abidjan. La presenza dei militari ha sconvolto la vita della città» denuncia padre Dussin. «Abbiamo calcolato che all'interno dei campi debbano trovarsi all'incirca seimila minori. Alcuni sono stati arruolati tra le fila dei ribelli, altri vi ruotano attorno e vengono utilizzati per vari servizi, tra cui il trasporto della droga. Di questo sfruttamento sono responsabili anche alcuni militari dell'Onuci. Il quartiere accanto all'accampamento si è completamente trasformato in funzione dei soldati. Si è diffusa la prostituzione e sappiamo di casi di genitori che vendono i propri figli per prestazioni sessuali. Tutte cose impensabili prima della guerra».
Dal 2003 la Costa D'Avorio è divisa in due. Il nord in mano ai ribelli, le cosiddette Forze Nuove, il sud sotto il controllo delle milizie del governo del presidente Laurent Gbagbo. In Costa D'avorio attualmente si trovano anche 8.300 soldati della missione Onuci e circa 4.000 militari francesi dell'operazione Licorne, in appoggio alle truppe delle truppe dell'Onu.

Fonte: http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=83239